L'iniziativa della Lazio di portare i giocatori in giro per le scuole di Roma prosegue con molto successo. Oggi è toccato all’Istituto Comprensivo “Nelson Mandela” in Via della Pisana 306. Oltre alla presenza fissa dell'aquila Olympia e del team manager Maurizio Manzini, erano presenti i giocatori Stefano Mauri ed Alessandro Matri. Che hanno assistito ad un piccolo spettacolo teatrale e poi hanno risposto alle domande, fatte dai bambini cuoriosi della scuola.
MAURI - Settimana di derby, domanda sul derby. Cosa vuole dire giocare una partita così con addosso la maglia della Lazio? Risponde l'ex capitano biancoceleste: "È una partita particolare a Roma, è una sfida tanto sentita, difficile da spiegare. Bisogna viverla per poterlo capire, è un match che si aspetta dall'estate. Si gioca per una città intera, è una partita unica. Il più bello rimane quello del 26 maggio. Rimarrà unico nella storia, per me alzare la Coppa da capitano è stata un'emozione indescrivibile".
Tante sono le curiosità dei bambini: Mauri racconta come gli è nata la passione per il calcio, "avevo mio padre che giocava a calcio, nella squadra di paese. Mi ha trasmesso la passione, per fortuna è diventata un lavoro. Segnare un gol? È sempre una gioia, a prescindere da chi segna". Anche ad una ex squadra, "mi è capitato più di una volta - dice Mauri - sei comunque contento per il gol fatto, ma è una sensazione strana". Come si prepara il derby? "Come per una partita qualunque, studiando l'avversario. Poi sappiamo che dobbiamo metterci qualcosa in più perché i tifosi ci tengono molto".
Poi domanda sul dualismo Messi-Ronaldo: "Bella domanda, vanno bene entrambi. Probabilmente è più forte Messi, anche se Ronaldo lo sta raggiungendo." Infine quella sull'allenatore preferito: "Ne ho avuti tanti di allenatori. Secondo me ognuno ti insegna qualcosa, alcuni dal punto di vista tattico, altri tecnico e altri ancora umano. Devi essere bravo tu a carpire gli insegnamenti migliori da ogni mister e saperli sfruttare al meglio per la tua carriera".
MATRI - Il bomber della Lazio risponde ad una prima domanda scottante, quella del razzismo: "Non deve esserci, sia in campo che fuori siamo tutti uguali. La cosa più importante è divertirsi e cercare di raggiungere gli obiettivi serenamente. I cori razzisti non dovrebbero proprio esistere, rappresentano l'ignoranza. Si accettano cori contro i giocatori ma per come giocano, non per il colore della pelle. Ma è una situazione che non riguarda i tifosi della Lazio, è relativa a tutte le tifoserie." Poi Matri risponde sul problema di molti giovani relativo all'alternanza scuola- calcio: "Bisogna saper conciliare studio e calcio, anche noi siamo andati a scuola. L'istruzione è la base di tutto, anche per convivere con le persone. La scuola ti insegna i comportamenti e a vivere in gruppo"
Anche per Matri domanda sugli inizi, "Ho cominciato a 9 anni, prima andavo in bicicletta. Uno può imparare anche sui marciapiedi, c'è sempre tempo. Non c'è un'età per imparare, lo si può fare a qualsiasi età. Ho iniziato col ciclismo perché lo facevano in molti in famiglia. La scelta poi è ricaduta sul calcio perché ho voluto seguire gli amici. Mi divertivo di più" E sul dualismo Messi-Ronaldo: "Messi è più forte, ma Ronaldo è più completo. Tra i due prendo comunque Messi". Infine anche per lui domanda sugli allenatori: "Conte e Allegri sono stati quelli con cui mi sono trovato meglio. Soprattutto Allegri che ho avuto al Cagliari, alla Juve e al Milan. Con lui si è instaurato un bellissimo rapporto anche al di fuori del campo. Anche Conte mi ha insegnato tanto dal punto di vista tecnico e tattico, e mi ha permesso di vincere tanti scudetti".