Attilio Tesser non è più l'allenatore dell'US Avellino 1912. A causa della brutta sconfitta interna contro la Ternana (0-2), infatti, la società irpina ha deciso di sollevare dall'incarico l'ex mister del Novara, preferendogli come nuovo entrato Dario Marcolin, ex calciatore e recentemente allenatore del Catania nella disastrosa stagione 2014/15. Per il quarantaquattrenne contratto a trempo determinato fino a fine stagione, con automatico rinnovo in caso di obiettivi raggiunti. Marcolin andrebbe, stando a quanto visto nelle sue precedenti esperienze, a plasmare la rosa biancoverde sul 4-2-3-1, modulo appreso quando era vice di Somma al Brescia. Una disposizione tattica tutto sommato sperimentale, considerando l'assenza di giocatori in rosa capaci di svariare sulle ali e senza escludere la riduzione a due di un centrocampo spesso troppo friabile. Per carità, proporre tre interpreti dietro le punte potrebbe essere la chiave di volta di una stagione fortemente negativa, sarà quindi lo stesso allenatore a smentirci in caso di risultati raggiunti.

Ciò che però stona in questa vicenda, al di là dell'ennesimo cambio in corsa da registrare per una compagine di B, è la tempistica e la scelta dopo la cessione delle prestazioni lavorative di Tesser. Partiamo dal primo punto: l'Avellino infatti, come si può facilmente notare andando ad analizzare le statistiche della sua stagione, è sempre stata una squadra altalenante, capace di iniziare sottotono per poi rialzarsi, ricrollando immediatamente dopo e risorgendo dalle ceneri quando i playoff sembravano un miraggio, Insomma, un continuo oscillare frutto forse di una preparazione sbagliata e non, come invece ha voluto intendere la società, di un momento no. Certo la debacle casalinga contro la Ternana fa male, ma mai come in quei novanta minuti gli errori di Tesser sono stati contenuti, soprattutto se si considera il rigore sbagliato di Castaldo e lo scivolone di Chiosa che è valso il 2-0 finale. Se poi al tutto ci aggiungi un'infermieria più intasata della tangenziale di Salerno nell'ora di punta, ecco che si ridimensiona la bocciatura al buon Attilio, colpevole ma non unico da condannare.

Passiamo poi all'analisi del sostituto, un Dario Marcolin tutto da testare ma sicuramente non scelta a cinque stelle. L'ex centrocampista di Lazio e Samp, infatti, nel suo palmares di mister registra una salvezza miracolosa con il Catania, quel Catania che seppur in crisi aveva ancora in rosa giocatori di livello altissimo e capaci di destare da soli le sorti una compagine intera. L'anno prima, invece, Marcolin era stato scelto dal Padova per poi essere esonerato due mesi dopo, così come quando nel 2012 restò sulla panca del Modena per soli sette mesi. Persino nel 2008, quando era allenatore del Monza, venne esonerato dopo pochi mesi di lavoro. Insomma, non proprio un curriculum invitante. Certo, magari sulla piazza non c'era di meglio (Colomba proprio non piaceva eh?), ma a questo punto, si poteva benissimo continuare con un allenatore sicuramente lusso per la categoria nonostante quest'anno di Purgatorio doloroso ed intenso. Vedremo, dunque, se la scelta soceitaria si dimsotrerà azzeccata oppure, forse, troppo poco meditata.