Zdenek Zeman è uno che quando parla lo fa sempre in modo da essere ben capito e non equivocato. Il boemo è stato scelto in questa stagione dal Lugano in Svizzera, lontano da quei palcoscenici che ha sempre mal sopportato.

Come però dichiara lui stesso parlando ad Avvenire tutto sommato la nuova destinazione non gli dispiace: "In esilio a Lugano? Nessuno esilio. Qui è come stare in un’Italia più organizzata, più tranquilla e più pulita. Si chiama Svizzera italiana, ma per me è l’Italia svizzera. La televisione funziona bene, si vede anche la Serie A. Torno sempre a casa con piacere, ma non mi manca proprio niente. Anche perché non mi sembra che il calcio italiano stia vivendo la sua migliore stagione. In Europa ci sono almeno tre o quattro Paesi che “giocano calcio” superiore. Del calcio di queste parti si parla sempre male, ma a torto, non è così modesto. Ci sono tre squadre: Basilea, Grassoppher e Young Boys che non sfigurerebbero in Serie A."

Nel nostro campionato c'è un suo allievo in panchina che secondo Zeman continuerà a far parlare di sè sempre di più: "Un tecnico da seguire? Eusebio Di Francesco. Fa giocare il Sassuolo nella maniera che piace a me. Oltre a Di Francesco però non vedo altre guide in Serie A… Io non avrò vinto niente, ma non ricordo altri che hanno conquistato titoli allenando Foggia, Licata o Pescara… Di sicuro con me i presidenti non hanno mai perso soldi. Anzi, siccome il calcio è diventato un business con me hanno pure guadagnato parecchio. Sono stati tanti i giovani che ho lanciato."

Ultimi pensieri per due talenti del nostro calcio, molto diversi per ruolo e carriera fino a questo momento, ovvero Totti e Verratti: "Su Totti ho già detto, in panchina Francesco sente freddo... Verratti è finito al Paris Saint Germain per sbaglio. Quell’estate che salimmo in Serie A aveva molte offerte da grandi società italiane, ma poi a decidere è sempre una questione economica. Adesso Verratti guadagna molto, sta in una squadra dove ogni anno a Natale hanno già vinto il campionato, gioca la Champions al fianco di grandi campioni e forse riuscirà a realizzarsi meglio a Parigi che in Italia."