In pochi hanno esperienza del calcio tedesco e internazionale come Hottmar Hitzfeld. Tra le altre ha allenato anche il Borussia Dortmund e il Bayern Monaco. Non due nomi fatti a caso. Con i primi sconfisse la Juventus nel 1997 in finale di Champions League, mentre per diverse stagioni è stato allenatore degli avversari di questa sera della squadra di Allegri.
Si parte proprio dal ricordo di quella vittoria in finale con il Borussia Dortmund: "Loro partivano favoriti. Per questo fu una vittoria particolare. Pensiamo a Riedle: veniva da una stagione difficile e improvvisamente due gol in finale… Ricordo il timore al 2-1 di Del Piero, poi per fortuna misi dentro Ricken e in pochi secondi segnò il 3-1 col pallonetto su Peruzzi. Se oggi sono l’unico ad aver vinto due volte la Coppa Campioni con due club dello stesso paese il merito è suo. E di Riedle."
Subito dopo, però, si scivola sulla stretta attualità e sul doppio confronto di questa edizione: "L’obiettivo di Guardiola è sempre quello di fare possesso palla e pressione sugli avversari. Il Bayern vorrà controllare la gara. La Juventus però è solida e ben strutturata: pensi ai propri punti di forza senza farsi intimorire. Con gente veloce e tecnica come Dybalasorprenderli in contropiede è possibile. L'annuncio dell'addio dello spagnolo? Non è una mossa sbagliata: nel 2008 lasciai Monaco comunicandolo con largo anticipo e vincemmo coppa e campionato. Nel 2013 Heynckes ha conquistato il triplete. Il Bayern Monaco il campionato lo vince col pilota automatico. Probabilmente anche la coppa. In Champions non si perdono motivazioni." Confronto in cui ci saranno due ex come Coman e Vidal: "Kingsley è cresciuto molto. È diventato un ottimo affare per il Bayern anche se all’inizio sembrava potesse non essere così. Vidal in inverno ha avuto qualche infortunio, non è facile ritrovare il ritmo. Però ha portato forza e grinta."
Non solo Juventus-Bayern, però, con Hitzfeld c'è spazio per parlare del calcio europeo in toto. A partire dal prossimo allenatore proprio del Bayern, Carlo Ancelotti: "La scelta migliore. Ha esperienza, sa come guidare un club alla vittoria. Tatticamente è un volpone, porterà idee nuove. Ed è bravo pure dal punto di vista umano. I grandi club hanno mentalità simili, per Ancelotti sarà più facile allenare il Bayern di quanto lo sarebbe stato in passato. Prima si sarebbe dovuto adattare alla mentalità bavarese." Un altro intreccio Italia-Germania avrebbe potuto riguardare Draxler: "Non si sentiva pronto per la Juve proprio perché è un club più grande del Wolfsburg. Julian ha giocato 14 anni allo Schalke, era il suo primo trasferimento. Cambiare squadra, nazione, campionato, lingua e modo di giocare sarebbe stato troppo. Se fosse andato alla Juve le aspettative sarebbero state maggiori. Andrà all’estero, forse anche in Italia. Ma in quel momento era un passo troppo grande."