9 gol nelle prime 11 partite, 1 nelle successive 13: la parabola discendente di Nikola Kalinic in Serie A è decisamente mostrata da questi numeri. Dopo un inizio straordinario l'attaccante della Fiorentina ha iniziato un clamoroso declino, che è corrisposto a quello di tutta la squadra toscana. Quanto pesavano le giocate del croato? Evidentemente tanto. Sicuramente la situazione ambientale non aiuta: le contestazioni per il mercato sono frequenti a Firenze nell'ultimo periodo e sembra che anche Paulo Sousa abbia avuto un distacco dalla società per come è stato condotta la sessione invernale. Ma focalizziamo meglio le cause della crisi dell'attaccante ex Dnipro:
Problema numero 1 - All'inizio del campionato Kalinic attaccava la profondità di frequente, faceva pressing: insomma, correva parecchio. Adesso l'attaccante ha diminuito decisamente la sua mobilità: corre poco e male, è stanco e si stanca ancora di più per concludere poco e niente.
Problema numero 2 - Insieme a Ilicic è l'unico in grado di segnare con continuità: entra in crisi lui ed entra in crisi la squadra e viceversa. In pratica, la Fiorentina non funziona senza Kalinic e Kalinic non funziona senza la Fiorentina. Il gioco ha smesso di produrre, lui ha smesso di realizzare, è un dato di fatto.
Problema numero 3 - "Per un attaccante il gol è come un barattolo del ketchup già aperto: a volte spremi tantissimo e non esce, poi spremi poco e esce fin troppa salsa. E così è il gol, a volte puoi cercarlo e non arriva, poi a volte arriva da solo", dice Gianluca Vialli, non esattamente uno qualsiasi per le reti realizzate. E diciamo che il barattolo del ketchup di Kalinic si deve essere inceppato dal 20 dicembre scorso, giorno dell'ultima rete realizzata al Chievo, poi il vuoto. Si riprenderà la viola e Kalinic entro il big match contro l'Inter, dopo la tripletta realizzata all'andata?