Il Milan ora si può davvero mangiare le mani: un'occasione persa, per accorciare sul terzo posto. L'ennesima viene da dire: i rossoneri non hanno approfittato dei mezzi passi falsi di Fiorentina e Inter (ma un beneficio per la Roma, vittoriosa nel posticipo ndr) e si sono accontentati di un misero pari casalingo con l'Udinese di Colantuono. 1-1 il risultato finale, gol di Armero e poi di Niang (terza rete consecutiva). La squadra milanese è salita così a quota 40 punti, sempre a -6 dal terzo posto. Una punizione severa, ma meritata: i rossoneri hanno regalato interamente il primo tempo ai friuliani, rendendo vani gli sforzi profusi in un secondo tempo bello e sfortunato, come in occasione della clamorosa traversa di Bertolacci.
II Milan spreca l'occasione per fare il salto di qualità, come in altre occasioni nel corso della stagione. Ogni qualvolta arrivano un paio di vittorie incoraggianti, ecco che subito dopo ci sono le delusioni, perdendo così, in questo caso, un treno importantissimo per l'Europa, specialmente per quella che conta più di tutte. Un pareggio che sa di sconfitta. Per Mihajlovic è comunque il sesto risultato utile di fila, ma la sua squadra deve ancora crescere molto dal punto di vista della continuità di rendimento e di risultato. Restano ancora delle lacune da colmare: anche ieri il Milan ha mostrato tutti i suoi limiti tecnici e di personalità.
I piani di rimonta immediata del Milan si placano, ma lo scontro diretto tra la Fiorentina e l’Inter di domenica prossima, potrebbe agevolare i rossoneri che saranno impegnati, al Meazza, contro il Genoa dei grandi ex Suso e Cerci. Ma attenzione ai numeri: il Diavolo proprio in casa ha mancato le occasioni per volare. A fermare il Milan sono state già 4 provinciali in questa stagione: Atalanta, Verona, Bologna e Udinese. Quattro partite, sulla carta, da 12 punti sicuri. Domenica contro i rossoblu, il Milan non dovrà gettare al vento quest' importante occasione, perchè potrebbe diventare l’ennesima di una stagione che, di svolta, non vuole proprio sentir parlare.