Per essere chiamati a sedersi su una panchina come quella del Real Madrid bisogna avere qualcosa di speciale. Per essere in due momenti diversi della propria carriera bisogna essere speciali e avere lasciato un ricordo unico. Ancora oggi Fabio Capello al Bernabeu è Don Fabio.

In una lunga intervista al quotidiano spagnolo As, Capello si è concentrato su quello che è accaduto nelle ultime settimane al Real Madrid. Benitez esonerato e al suo posto Zinedine Zidane che proprio oggi ha firmato il suo rinnovo di contratto fino al 2018: "Non so perché Benitez non sia riuscito a portare il Real alla vittoria, non sono nello spogliatoio: lui ha esperienza, però se non hai feeling con i giocatori è difficile trionfare. E’ possibile che i giocatori abbiano patito il cambio da Ancelotti a Benitez, anche perché non è facile allenare il Real in quanto il presidente influisce molto. Infatti, se il presidente passa dal parlare con l’allenatore al farlo con i giocatori, questi capiscono che il loro allenatore non vale niente. A Perez piace scegliere, decidere e fare cose nuove, senza legarsi al passato. Credo comunque che Zidane sia stata un’ottima scelta: ha grande carisma ma per valutarlo nel complesso servirà dargli tempo."

Anche uno come lui non è stato al riparo dalle critiche quando sedeva sulla panchina del Bernabeu. Capello prova a confrontarle così: "Dire che sono difensivo è la più grande menzogna del mondo! Iniziarono a definirmi così quando vinsi i primi titoli col Milan con tante partite finite 1-0. Nella mia prima esperienza a Madrid giocavo con Redondo davanti alla difesa, poi Seedorf che era un trequartista, Victor, Raul, Mijatovic e Suker. Questo è essere difensivo? Nella seconda esperienza a Madrid feci giocare insieme Emerson e Diarra perché erano quelli che avevo. Mancava qualità a centrocampo, e poi ebbi problemi con Ronaldo, anche a causa del suo peso decisamente elevato e della sua poca voglia di diminuirlo: quando lo vendemmo la squadra migliorò. Ronaldo comunque era impressionante, il migliore per distacco che abbia mai visto insieme a Van Basten."

Quindi la scelta su quale dei suoi due Real Madrid fosse migliore e perchè: "Il primo Real è decisamente migliore: era una squadra di uomini di grande qualità e serietà. Tutti erano disposti a sacrificarsi ed avevano una grande etica del lavoro, mentre il secondo Real aveva giocatori di buona qualità ma non disposti a faticare e a stare concentrati. Io rispetto tutti i giocatori che alleno e pretendo rispetto da loro: non mi sono mai definito un allenatore duro, ma giusto."