Quattro partite per tornare a sognare. Il Carpi di Fabrizio Castori voltava le spalle all'anno vecchio con la sconfitta dignitosa, per prestazione, proporzione e spirito di sacrificio, contro la Juventus, prima di cambiare marcia, definitivamente, con l'arrivo dell'anno nuovo. Lazio, Udinese, Sampdoria e Inter: un ciclo che si presentava alla vigilia della trasferta romana come una penultima, forse ultima spiaggia per la compagine emiliana, che nelle vacanze di Natale si è però ricompattata sotto il segno del gruppo e dell'unità di squadra.
Umiltà ed ordine tattico, nonostante Castori ed i suoi abbiano affrontato squadre del calibro dei biancocelesti e dei neroazzurri fuori casa. Quattro partite, otto punti ed una perfetta media inglese che però non tira fuori dalle sabbie mobili gli emiliani: fondamentale per Di Gaudio e compagni vincere le sfide salvezza al Braglia, così come fatto contro Udinese e Sampdoria. Due partite giocate con acume e diligenza, mettendo in mostra le qualità del Carpi della promozione in Serie A. Una squadra che subisce poco, per quanto possibile, dalle parti di Belec, abile nello sventare anche ieri a San Siro numerose occasioni; cinica il giusto nello sfruttare le occasioni che capitano sui piedi dei protagonisti: prima Pasciuti, poi Lollo e Di Gaudio, infine Mbakogu e Lasagna.
Non a caso, questi ultimi, gli attori principali della scalata della scorsa stagione. Una rosa impreziosita, oggi, da giocatori che si sono immediatamente calati nella parte, consci delle potenzialità ma soprattutto dei limiti e degli obiettivi della squadra. Per fare l'impresa, infatti, il mix deve essere perfetto, bisogna remare non a caso tutti dalla stessa parte: fuori, dunque, Borriello, Matos e qualche altra pedina; dentro, di nuovo, in pianta stabile, Mbakogu e Lasagna, reinvestiti di fiducia e di responsabilità. Hanno risposto presente, nel momento di massimo bisogno, così come dovranno farlo anche sabato prossimo.
Già, perché al Braglia si presenta il Palermo di Schelotto (Tedesco in panchina). Sfida da dentro o fuori, o quasi: perché il Carpi, senza contare le ultime quattro, in quanto due punti a gara è una media insostenibile per la neopromossa, ma dando uno sguardo ad ampio raggio alle ultime sei, ha ottenuto una media di 1.3 punti a gara. Fondamentale, per Castori, tenere questo ritmo fino a fine campionato. Certo, la Serie A ed il calcio non vanno molto d'accordo con la matematica ma, qualora gli emiliani dovessero tenere questa media nelle restanti 17 gare, la salvezza potrebbe essere tutt'altro che utopia.
La sfida al Palermo rappresenterà un passo importantissimo per mettere fieno in cascina prima del tris di sfide, apparentemente proibitive, contro Fiorentina e Napoli (fuori casa) e Roma, sempre al Braglia. Nel girone d'andata i biancorossi hanno messo paura a gigliati e partenopei, ma sarà impresa ardua portare punti a casa adesso. Dalla settima in poi, invece, dopo la trasferta di Torino contro i granata, dal Braglia passeranno in ordine cronologico Atalanta e Frosinone (derby col Bologna in mezzo), prima di volare a Verona per sfidare l'Hellas. Quattro gare che, probabilmente, sanciranno le velleità di rimonta e di salvezza del Carpi, che sogna la Serie A così come l'ha sognata a lungo un anno fa.