Il Genoa torna a correre (o meglio a volare) trascinato dai gol di Pavoletti e dalle giocate di Perotti. Per l'argentino (probabilmente all'ultima in maglia rossoblu) solo applausi mentre per Pavo-gol è sempre più concreta la candidatura alla nazionale di Conte. Il nuovo Palermo targato Schelotto (presente in tribuna con Fabio Viviani in panchina) viene rimandato, in attesa di tempi migliori. Troppo forte il Genoa di Gasperini, troppo sterile la manovra offensiva rosanero. Il tecnico di Grugliasco può sorridere, il grifone ha riaperto le ali.

Il nuovo corso rosanero riparte dalle vecchie certezze, guai a stravolgere la formazione in un momento così delicato. Baros Schelotto (peraltro compagno di Burdisso al Boca) lo sa e allora spazio al sempreverde Sorrentino tra i pali (uscito fortificato dalla lite con Ballardini); linea difensiva a tre composta da Gonzalez, Goldaniga e Andelkovic. A centrocampo ecco il nuovo acquisto Cristante spalleggiato da Jajalo e Hiljemark con Morganella e Lazaar sulle fasce. Davanti out Gilardino, a vantaggio del serbo Djurdjevic, e il solito Vazquez. Gasperini vuole dare seguito all'ottima vittoria di Bergamo, riproponendo il consueto 3-4-3 con Perin tra i pali, Burdisso, Izzo e Munoz a comporre il terzetto difensivo; Rincon e il neo acquisto Rigoni ad orchestrare il tutto assieme a Laxalt e Ansaldi, relegati sulle fasce. In attacco finalmente Perotti e Pavoletti, assieme a loro ecco Suso arrivato da poco dal Milan.

Le due squadre non hanno paura e si affrontano a viso aperto nonostante la classifica. Il Genoa, però, ha una marcia in più e passa dopo neanche tre minuti: palla persa da Cristante in uscita, splendido scambio Perotti-Suso con lo spagnolo che è freddo a battere Sorrentino in uscita. 1-0 e palla al centro. Inizio horror per i rosanero che appaiono scossi dall'avvio dei padroni di casa. La reazione degli ospiti è affidata al solito Franco Vazquez (tiro calciato fuori da buona posizione) e a Jajalo (sinistro fuori di un soffio) nell'arco di una decina di minuti. Il Palermo prova a scuotersi ma è solo un fuoco di paglia. Il Genoa riprende il comando delle operazioni con un Perotti tambureggiante che mette a ferro e fuoco la trequarti avversaria. Al 30' ci vuole un Sorrentino formato Handanovic per dire di no all'ispiratissimo Suso. Cinque minuti dopo Morganella impegna Perin da fuori area, ma il miracolo vero arriva nell'altra metà campo: torre di Rigoni, colpo di testa di Izzo a botta sicura ma il numero 70 rosanero si mette il mantello e para anche questa. Il primo tempo si chiude a forti tinte rossoblu.

La ripresa non è condita dai ritmi preventivati e il primo quarto d'ora vola via senza emozioni. Al 65', però, la svolta: Andelkovic, già ammonito, commette un fallo inutile a metàcampo e si fa espellere. Palermo in dieci uomini e partita che si inclina inevitabilmente dalla parte di Mister Gasperini. Viviani è costretto a rimescolare le sue carte (optando per una formazione più offensiva) ma prestando il fianco, di fatto, alle ripartenze dei genoani. Nel giro di quattro minuti i rosanero crollano, subendo due reti in contropiede: prima Rincon e poi Pavoletti sigillano le loro splendide performance, coadiuvate da un Ansaldi in versione assist man. Non c'è più partita e, come se non bastasse, il solito, fenomenale, Pavo-gol si inventa una sforbiciata da sogno su cross del solito Ansaldi; Antonio Conte è avvisato. Il 4-0 è un risultato pesante ma il Genoa sembra aver ritrovato geometrie e  meccanismi dello scorso anno, confermandosi squadra da girone di ritorno. I tre punti di oggi sono fondamentali in chiave salvezza e permettono di scavalcare proprio il Palermo. Rosanero in evidente difficoltà (societaria più che sportiva), costretti all'unanimità a ripartire da zero.