Intenzione di fermarsi? Neanche per sogno. La Fiorentina sta benissimo in alto e non ha certamente intenzione di scendere dalla giostra scudetto. A -1 dalla vetta all'ultima giornata del girone d'andata, sono molteplici i sorrisi in casa Viola, non è da meno il tecnico Paulo Sousa, che oggi ha presentato la ostica sfida di domani contro la Lazio nella tradizionale conferenza stampa della vigilia. L'obiettivo è quello di rimanere in alto, insieme alle altre, con la propria idea di calcio: "Conta essere primi, noi lavoriamo per vincere tutte le partite, i risultati danno fiducia, riconoscimento, voglia di investire ancora di più. Spero che i ragazzi possano raggiungere un altro risultato storico perchè lo meritano. Ho chiesto ambizione e coraggio e ci sono. Ci sono squadre diverse, con le proprie qualità, i punti sono la verità.Poi ci sono diversi modi di vincere, quel che credo io è che per essere più vicino dobbiamo esser protagonisti, soddisfarci e soddisfare. Sentiamo più persone che sono più vicine a noi rispetto ad altre squadre".
Sousa spiega in modo particolare il giocare sempre ogni tre giorni, come è già accaduto e come nuovamente accadrà a breve: "In questo gennaio, le due volte che dobbiamo giocare mercoledì abbiamo la partita al sabato. Ci danno importanza, e questo sono contento. Nella posizione dove siamo non potevamo avere più giorni di recupero. Negli ultimi anni non abbiamo mai vinto a distanza di tre giorni, vogliamo cambiare questo storico".
Periodo di mercato, periodo di tante voci di cui Sousa non si occupa ("Darò giudizi quando i giocatori arriveranno qua", spiega), ma periodo anche per dire la sua riguardo ai giocatori: "Per far le cose bene uno deve pianificare e anticipare, se non ci son più soldi rispetto agli altri bisogna esser più forti in questi aspetti. Il mercato è difficile, non è facile trovare un giocatore nei tempi stabiliti. A me piace avere numeri concreti nei quali essere competitivo, mercoledì sentivo un collega dire che aveva delle scelte a disposizione per poter fare 4-5 cambi nella partita (Allegri, ndr), è questo che un allenatore cerca. Bisogna anche vivere la realtà e lavorarsi continuamente. Non è una questione di uno o due giocatori, ma di fare le cose bene".
L'avversario di domani, la Lazio, non sta attraversando un buon momento, ma il tecnico portoghese conosce le dinamiche che innescano le stagioni difficili e ne parla così: "La Lazio è una squadra concreta, ha un allenatore che lavora da due anni con gli stessi giocatori, che ha fatto benissimo durante questi anni, credo che una delle conseguenze di questo inizio più difficile è stato cercare di arrivare in Champions League, bisogna cambiare la pianificazione e questo può sbilanciare. Quando si entra in un momento difficile, tante volte si possono avere dubbi, tant'è che il mio collega ha fatto cambiamenti strutturali cercando di arrivare ai risultati. I giocatori lo conoscono, è una squadra individualmente e collettivamente è importante, mancano i risultati. Ha dei valori, ha avuto un risultato importante contro l'Inter. Per battere queste qualità dobbiamo essere al nostro meglio".
E ancora: "Alla Lazio oggi hanno una struttura più stabile che all'inizio, i giocatori sanno cosa fare nelle fasi di gioco, possono cambiare certe caratteristiche dei giocatori, ma il principio di gioco è chiaro". Domanda anche su Milinkovic-Savic, a un passo dalla Viola in estate ma poi andato alla Lazio: "Sergej non è della Fiorentina, per questo non ne parlerò. Avevo un'idea su di lui ma è passata".
Nella stagione della Fiorentina tanti giocatori si stanno ritrovando mentre altri si sono persi. Appartiene senza dubbio al primo gruppo Josip Ilicic, che a suon di gol sta riconquistando Firenze. Proprio basandosi sull'esempio dello sloveno, il tecnico spiega il suo punto di vista riguardo alla motivazione dei giocatori.
"Bisogna avere possibilità di mantenere certi determinati giocatori al loro livello - spiega Sousa - e nello stesso arco di tempo inserire e far crescere i giovani. Se io non trovo la qualità che mi aspetto in tutti i giocatori, il primo colpevole sono io perchè non ho dato il meglio di me stesso durante l'allenamento e non ho il modo per motivare i giocatori. Cerco di avere tutti a disposizione perchè ne conosco l'importanza. Io parto sempre dal presupposto che sono io il colpevole di questo, mercoledì uno dei miei colleghi dopo le partite ha anche ribadito l'importanza di avere tutti a disposizione. Dobbiamo essere tutti pronti".
Il lato tattico è invece un punto che ha sempre portato un sorriso sulle labbra dell'ex centrocampista: "Mi soddisfano i numeri di occasioni che creiamo, nel calcio oggi tutti i colleghi sono preparati fisicamente e tatticamente, hanno grandissima capacità. Il nostro possesso è di continui cambi di velocità e di gioco che ci fanno creare opportunità, il rapporto tra quello che si crea e che si concretizza fa risolvere la partita".
E ovviamente era solo questione di tempo prima che iniziassero i paragoni: "Magari assomigliassi a Trapattoni, tutto il suo percorso come allenatore è stato vincente anche a livello personale, come si è visto quando ha smesso".
"Il nostro pubblico e la nostra città sono importanti. La città è appassionata e coinvolta in questo amore per queste maglia, dobbiamo essere sempre più forti e più uniti, vogliam competere contro i migliori". L'appello finale al pubblico di Paulo Sousa ha il sapore dell'ennesimo grido di battaglia: la Fiorentina c'è, il suo condottiero anche.