C'è del marcio in Emilia Romagna, potrebbe dire qualche amante di Shakespeare nel leggere della nuova indagine che ha coinvolto il Cesena Calcio. Secondo l'agenzia di stampa Italpress, che questa mattina ha lanciato la notizia, gli investigatori della Guardia di Finanza di Cesena hanno formulato le accuse di riciclaggio, frode fiscale, associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita e falso in bilancio alla vecchia società romagnola. Tutta la vicenda inizia circa un anno fa, quando le forze dell'ordine sequestrano documenti vari appartenenti ad un imprenditore cesenate e all'attuale presidente pro tempore del Cesena: le varie indagini, portano alla luce oscure manovre che hanno impoverito le casse della società sportiva, con conseguente arricchimento di varie società immobiliari 'tampone', tutte appartenenti al presidente pro tempore. 

Purtroppo, però, la storia non finisce qui: un commercialista della società, infatti, avrebbe in seguito attirato numerosi investitori, per poi raggirarli attraverso prestazioni lavorative mai eseguite ma pagate  che andavano ad aggravare la già nera situazione finanziaria della società. Gli investigatori delle Fiamme Gialle, hanno poi ipotizzato il falso in bilancio in seguito a numerose plusvalenze dubbie di molti calciatori della rosa, spesso ingaggiati da squadre di livello a prezzi più alti rispetto al valore effettivo dei professionisti. Ora l'attuale società romagnola rischia possibili sanzioni per non aver saputo combattere tali alterazioni di bilancio ed è tuttora in corso un controllo fiscale per quantificare il danno all'Erario sotto forma di omesso pagamento.

La vicenda del Cesena è l'ennesima brutta pagina di una parte malata del calcio, quella parte che antepone il flusso avido di denaro a quello che tutto sommato dovrebbe alla base di tale sport: l'agonismo semplice e senza scopo di lucro. Purtroppo è difficile scindere il saldo binomio calcio-denaro e spesso tale unione porta al fallimento di intere società. Ci vorrebbero, in vista di uno sport più sicuro e limpido, una serie di norme volte a semplificare le realtà societarie e a controllare la solidità di chi sceglie di prendere in mano le redini di una squadra. O forse tornare semplicemente a quando i soldi restavano relativamente fuori dal rettangolo verde di gioco.