Fino a questo momento Paulo Sousa e la sua Fiorentina sono state una delle sorprese di un campionato tanto avvincente quanto equilibrato. Da adesso in avanti, però, lo status dei viola cambierà nella mente di molti e di conseguenza anche le aspettative nei confronti della squadra del portoghese.
La ripresa del campionato propone il Palermo di Ballardini al Barbera. In conferenza stampa Paulo Sousa si concentra sui suoi: "Spero di trovare la squadra che più mi piace. Vogliamo dare continuità, ma era importante staccare per riposarci, per trascorrere un po' di tempo in famiglia. Era un momento importante per ricaricare le pile. Abbiamo lavorato bene e vogliamo ripartire bene."Non parlo dei singoli, né dei miei e né degli altri. Ci aspetta una partita difficile. Cambia l'anno ma non cambiano le nostre idee. Il Palermo è una squadra che sul piano fisico è molto forte, ha individualità che ci possono metterci in difficoltà. Dovremo restare vicini tra i reparti, la nostra partita non dovremo giocarla con le individualità ma tutti insieme. Dobbiamo partire bene, avendo rispetto dei nostri avversari ma pensando a quelli che siamo. In questo modo abbiamo vinto tanto."
Gennaio, però, significa campo e mercato: "Per un allenatore, ma principalmente per i giocatori, i periodi di mercato è di instabilità mentale. Quando le squadre non pianificano bene questo momento è difficile. Dobbiamo gestire al meglio le richieste. Serve pianificazione e anticipare i tempi. Quando si compra non si pensa soltanto alla qualità di un singolo giocatore ma dobbiamo valutare l'ambientamento alla cultura di questa squadra. Dovremo aiutare coloro che arriveranno. Quando uno persona lavora su qualcosa e analizzi i ragazzi che hai a disposizione speri che possano restare con te per un po' di tempo. Il nostro è un processo di crescita. I ragazzi hanno voglia di crescere ed è importante mantenere una buona parte della squadra, per permettere ai nuovi di integrarsi al più presto."
Oltre al mercato dei giocatori c'è anche quello degli allenatori, ma Sousa, dopo pochi mesi, non ha voglia di sentirne parlare per sè: "Ho un contratto lungo, sono qui per costruire qualcosa di importante. Io non penso solo ad allenare ma a costruire. L'unico modo di lasciare un qualcosa di importante è lavorare. Sono pochi gli allenatori che restano per 10 anni e tutto dipende dai risultati. Sono contento di vedere la mia società con la voglia di continuare a fare bene. Questo è programmare e consolidare quello che stiamo facendo."