Il campionato del Milan riparte dalla sfida interna con il Bologna, incrocio utile per consolidare l'affermazione del Matusa e rilanciare la candidatura europea. Il diavolo occupa - attualmente - la sesta posizione, a quattro lunghezze dalla Roma. Occorre una decisa inversione di tendenza rispetto al primo scorcio di stagione, cancellare le debolezze d'avvio per condurre corsa di testa. Il match con i felsinei anticipa il primo vero banco di prova del 2016, all'Olimpico con la Roma. Test utile per valutare la consistenza rossonera. Alex, uno dei protagonisti della vittoria sul Frosinone, ricorda l'ultimo sigillo.
"Abbiamo parlato di questo prima della partita di Frosinone: vincere per passare un buon fine anno e adesso vogliamo continuare a vincere. Più importante del gol lo scorso 20 dicembre è stato aiutare la squadra. Con il Frosinone era difficile, siamo andati lì per i 3 punti e ci siamo riusciti".
Percorso duro per il centrale. Un inizio ai confini del progetto rossonero, con la miseria di 41 minuti nelle prime sette partite di A. Poi la chiamata di Mihajlovic, l'esperienza del 33enne di Niteroi - Brasile - al fianco del talento Romagnoli, un insieme perfetto, un passo avanti evidente per la retroguardia di casa Milan. Titolare, sempre, con l'unica "bandiera bianca" nel match con l'Atalanta, dopo la commozione cerebrale rimediata con la Lazio.
"Sono soddisfatto per questa mia prima parte di stagione. Con questo staff lavoro bene, lavoro di più e per questo riesco a fare bene in partita e mi sento molto bene. Mihajlovic è un po' più duro rispetto agli altri allenatori che ho avuto. Lo fa per la squadra, è bravissimo e ci aiuta a far sì che ognuno di noi dia il meglio sul campo".
Un duro, Alex, un passato di qualità, un presente da protagonista.