Gennaro Gattuso, ex calciatore rossonero ed ora allenatore del Pisa in Lega Pro, ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport. Tanti i temi toccati, partendo dal "suo" Milan, agli obiettivi che può permettersi di raggiungere e alle differenze riscontrate con il periodo in cui lui giocava a Milano: "Bisogna ringraziare la famiglia Berlusconi e Adriano Galliani per quello che hanno fatto. Per 22-23 anni è stata una delle squadre più importanti al mondo, per quello che esprimeva sul campo e per l’organizzazione del club. Negli ultimi anni non è più il Milan. Ci sono meno soldi, ma sono soprattutto le scelte che lasciano a desiderare: si parla di giovani e poi dopo sei mesi vengono ceduti in prestito, poi si punta su un allenatore giovane e si cambia subito idea. Una volta tutto questo non succedeva". Gattuso dà un consiglio al suo ex club, il Milan, citando la Juventus come punto di riferimento da prendere per ritornare grande: "L’esempio per il Milan oggi deve essere la Juve, prima squadra italiana che, cambiando, ha preso uno stile inglese o tedesco, ha uno stadio di proprietà e soprattutto ha messo gli uomini giusti al posto giusto"
Capitolo Pisa: "La ragione principale dei nostri 30 punti e del 3° posto è il gruppo. Questi ragazzi mi seguono e per un allenatore è una grande soddisfazione. Siamo partiti col 4-3-3, poi siamo passati al 4-4-2 e da un po’ di tempo ci siamo messi a tre in difesa. Siamo una squadra che prova a giocare, a costruire, pochissime palle lunghe, anche se con un attaccante come Cani potremmo anche fare dei lanci lunghi, ma a noi piace costruire da dietro. Non molliamo mai, tant’è vero che abbiamo segnato parecchi gol negli ultimi minuti, corriamo tanto e non ci stiamo a perdere. Abbiamo tantissimi giovani che giocano con continuità. Certo, pecchiamo di superficialità ed inesperienza, ma è normale. A metà agosto avevamo 9 giocatori nuovi e con questi 30 punti abbiamo fatto qualcosa di importante.Ora che siamo terzi, ci vogliamo provare. Nel prossimo mercato cercheremo di migliorare questa squadra anche se non è facile perché non c’è un grande budget e perché non vogliamo rovinare l’ambiente all’interno dello spogliatoio".
E ancora: "Panchina del Milan in futuro? Il mio sogno è fare il lavoro dell’allenatore ed è ciò che sto facendo adesso. La mattina ho voglia di alzarmi perché vado a fare questo; io mi sento realizzato, ho la passione e l’umiltà di imparare". Un accenno anche a Mario Balotelli: "Ha meno tempo ora per tornare al livello dei suoi primi anni in A, ma la sua priorità è recuperare dalla pubalgia e dimostrare in campionato che è migliorato. Tocca a lui mettere in difficoltà Antonio Conte“. Spazio anche ad altri temi, come l'Inter capolista: "L'Inter può vincere lo Scudetto? Nella squadra di Mancini rivedo la Juve di Capello: è forte fisicamente, non gioca un calcio bellissimo, ha giocatori antipatici, duri, che si fanno odiare in campo, e quando hai gente di questo tipo è difficile perdere. Come Felipe Melo? Sì, ma anche Medel e la linea difensiva che è sempre cazzuta, sempre sul pezzo, non mollano un centimetro, è una squadra rognosa". Elogio per il talento della Fiorentina, Federico Bernardeschi: “Qual è il giocatore italiano che mi piace di più? Negli ultimi anni un po’ di talento è tornato. Mi sorprende Bernardeschi. L’ho sempre pensato come un giocatore offensivo, invece fa il quinto nel centrocampo della Fiorentina, si sacrifica su tutta la fascia, questo vuol dire che ha voglia di giocare e di arrivare. Insigne è molto bravo e Florenzi è una forza della natura, non si arrende mai, aiuta sempre i compagni".