"Caro 2016 ti scrivo" è un tentativo di immaginare quello che tutto il mondo Milan, dalla società ai giocatori, passando per allenatore e tifosi, potrebbe chiedere all'anno nuovo che sta per arrivare.

"Caro 2016, siamo il Milan, il club più titolato al mondo che però da qualche anno a questa parte regala più titoli ai giornali che non ai propri tifosi. Sotto la presidenza di Silvio Berlusconi ci eravamo abituati proprio bene, inutile nasconderlo. Grandi campioni, grandi allenatori, una società unita e compatta che ha insegnato a tutti come si amministrava una squadra di calcio. Adesso, quasi senza rendercene conto, in modo brusco e repentino, da insegnati siamo diventati studenti, neppure troppo brillanti, da quelli dei grandi giocatori siamo passati ad essere quelli dei parametri zero ultrapagati e degli affari solo con gli amici e gli amici degli amici, non parliamo più di Scudetto, ma di posto in Europa per fare andare bene la stagione. Per carità non ci sarebbe nulla da eccepire se questo percorso di ridimensionamento fosse legato in maniera stretta e forte ad un progetto pluriennale fatto di programmazione e idee, verso una risalita ancora più gloriosa delle tante vittorie già ottenute nel passato. La sensazione forte, però, è che si navighi a vista e che le falle che in tanti denunciano da anni siano coperte ogni stagione da toppe talmente fatte male che ad un certo punto la perdita sembra essere soluzione meno dolorosa del suo tentativo di riparazione. Senza Europa da due stagioni, anonimi in campionato da ormai troppo tempo, il 2015 doveva essere l'anno del riscatto, ma così non è stato.

Aspettiamo ancora la venuta di Mr. Bee con i suoi milioni e i suoi investitori. Di rinvio in rinvio, di dettagli in dettagli da mettere a posto, qui ormai non si sa più a cosa pensare. Speriamo che il 2016 possa davvero far concludere in qualche modo questa vicenda dai tratti, diciamocelo, un po' grotteschi negli ultimi mesi. Come Milan pretendiamo più chiarezza, più idee nuove, più uomini di calcio. Le nostre leggende sono a spasso, poco coinvolte nel far capire a chi oggi è al Milan che cosa sia essere al Milan. Anche qui l'impressione è che questa sia una buona squadra, ma come può andare bene una buona squadra a chi ha riempito da solo il podio di un' edizione del Pallone d'Oro? Non può bastare, così come non può bastare essere buoni giocatori per vestire di rossonero e giocare a San Siro. Serve essere grandi giocatori, se non campioni. Il mercato adesso è cambiato e non è più come una volta, ma gli errori sembrano ripetersi sempre uguali a se stessi in certe scelte e valutazioni. Non ti chiediamo tanto, caro 2016, solo chiarezza, progetti seri e chiari, voglia di fare. Siamo il Milan, non una qualunque e non possiamo perciò abituarci ad essere uno fra i tanti."