Dietro le big, Novara e Pescara. Contro ogni pronostico, infatti, le prime ad inseguire sono una formazione che avrebbe dovuto lottare per la salvezza ed un'altra che (si diceva) difficilmente si sarebbe ripetuta. Ed invece, come fortunatamente spesso accade, eccole lì, Novara e Pescara, a lottare per il sogno chiamato promozione. Entrambe, infatti, sognano un ritorno in serie A, magari evitando di ripetere la brutta figura che le ha viste protagoniste negli ultimi campionati in massima serie. 

Il Novara ha vissuto mesi incredibili, puntellati di vittorie (ben sette consecutive) che hanno completamente stravolto gli obiettivi, sorprendendo anche gli addetti ai lavori più positivi: un'ascesa costante, frenatasi solo con la brutta sconfitta di Modena e che ha messo in luce la solidità della creatura di Baroni. I piemontesi hanno concluso il girone di andata con il quarto miglior attacco, reti segnate 30 e la seconda miglior difesa, con sole sedici marcature subite al pari del Crotone. Artefici di tale miracolo, il ritrovato Gonzales e Felice Evacuo, capitano 'di importazione' e vero trascinatore morale. La vera forza del Novara, infatti, risiede nel gruppo, graniticamente compatto e pronto ad affrontare ogni difficoltà, guidato dall'esperto Baroni che si sta finalmente mettendo in luce come uno dei più promettenti mister italiani.

Discorso leggermente diverso, invece, per il Pescara. I delfini, infatti, hanno vissuto giorni alterni, fatti di trionfi ma anche di dolorose sbucciature ed ora sono reduci da ben quattro successi consecutivi. Lo stesso Oddo è stato spesso messo in discussione dalla società che mai però ha deciso il suo esonero, scelta che fino ad ora si è dimostrata oculata e giusta. I delfini giocano un calcio offensivo ed intenso, spesso aggrediscono gli avversari per poi ripartire in maniera famelica e letale. Tante le punte di diamante, dal soprendente Lapadula alla stellina Mandragora, senza escludere Memushaj. Statisticamente parlando, poi, il Pescara si è dimostrato gruppo di zemaniana memoria, con 29 reti segnate e 23 subite, con Lapadula autore di circa un terzo dei gol fatti. L'attaccante torinese, infatti, ha segnato fin ad ora 11 volte, dimostrandosi il più letale del campionato: un vero e proprio cecchino che tanto farà comodo nel prosieguo di una serie B sempre più agguerrita ed incerta.