Difficilmente Massimiliano Allegri dimenticherà l’anno che sta per volgere al termine. Trecentosessantacinque giorni costellati da emozioni, trionfi ed una cocente delusione. Un anno che ha visto l’allenatore livornese trionfare sia in Serie A che in Coppa Italia, arrivando persino a sfiorare il Triplete se non fosse stato per il Barça dei marziani. Ma in fondo per la Juventus il vero successo è stato giungere ad un passo dal sogno, dopo aver fatto fuori corazzate quali Borussia Dortmund e Real Madrid.
Andiamo ora a ripercorrere l’anno dell’allenatore bianconero. Al ritorno dalla sosta natalizia la squadra consolida il primato in campionato, complice anche la crisi che attanaglia da tempo la Roma di Rudi Garcia, favorendo anche la risalita della Lazio. Altro banco di prova a dir poco vitale per il nuovo condottiero è la Champions League, pallino di dirigenza e tifosi. Il primo confronto arriva contro il Borussia Dortmund, vecchia conoscenza europea dei bianconeri contro i quali persero la finale del 1997. Non a caso lo stesso Allegri dopo aver pescato i tedeschi nel sorteggio di Nyon aveva suonato la carica con il suo ormai emblematico “#fiuuu”.
Nonostante la generale perplessità la squadra sotto i suoi dettami riesce a sbattere fuori gli avversari, vincendo 2-1 in casa e convincendo ampiamente andando a surclassare Reus e compagnia per 3-0 a domicilio. All’interno dei confini nazionali non c’è molto da dire, arrivano le vittorie contro Chievo, Milan, Atalanta e Sassuolo, la Roma riesce a fermare la Allegri’s band sull’uno a uno. Ma contro il Cesena la squadra butta via una grandissima occasione per allungare in classifica ed Allegri non ci pensa due volte a bacchettare la squadra: “Non ci siamo calati bene nella realtà della partita, il Cesena sta bene. E il campo sintetico è più veloce, la palla rimbalza in modo diverso, e noi non ci siamo saputi adattare. E per spiegare questo pareggio basta vedere il dato sui contrasti: loro ne hanno vinti di più. Sul 2-1 abbiamo gestito invece di andare a provare a chiudere la partita, e abbiamo preso il pareggio, sempre su una seconda palla: loro giocavano sempre così, lanciando su Djuric. È stata una brutta partita: peccato, poteva essere decisiva per lo scudetto”.
Ad aprile arriva un’altra grande emozione per tutto l’ambiente bianconero, infatti il passaggio di turno contro il Monaco in Champions consente ad Allegri di riportare, dodici anni dopo, la Juventus in semifinale del massimo torneo europeo. Basta l’uno a zero nella sfida d’andata per decidere i giochi, visto che al Louis II finirà 0-0. L’unico neo di questo mese resta la sconfitta contro un Parma in drammatiche situazioni societarie ma capace, con una partita giocata a tutto cuore per novanta minuti, ad avere la meglio sui primi della classe. Una sconfitta arrivata proprio prima della fondamentale partita di ritorno contro il Monaco, maldigerita da Allegri che a fine partita, con un sottilissimo filo di voce, andata persa durante la contesa, rilascia: “Purtroppo non abbiamo fatto la partita. Abbiamo fatto un primo tempo normale, nel secondo non abbiamo fatto niente e abbiamo meritato la sconfitta. Questa partita ci avrebbe permesso di chiudere prima il campionato e invece è andata così. Siamo stati lenti, anche nel secondo tempo abbiamo commesso degli errori tecnici sulle loro ripartenze. Le assenze non sono una scusante, non abbiamo vinto un contrasto, questa la dice lunga sui meriti del Parma. Anche se non si poteva vincere, per lo meno non si doveva perdere.”
Con maggio arrivano però due grandi soddisfazioni, ma anche due rivincite contro gli scettici per l’ex allenatore del Milan: infatti a Genova la vittoria contro la Samp consegna matematicamente alla Juventus il quarto scudetto di fila, il 20 maggio all’Olimpico arriva la Coppa Italia, la tanto agognata decima, vinta contro la Lazio. Per Allegri tanti record eguagliati, come la vittoria dello scudetto al primo anno con due squadre diverse, come fecero Trapattoni, Weisz, Bernardini, Capello, Cargnelli e Liedholm. Con il suo double eguaglia ancora una volta Trapattoni ed il duo Parola-Cesarini. Le ultime quattro sfide di campionato costituiscono una dolce attesa per i tifosi bianconeri, infatti arrivano le vittorie contro Napoli ed Inter, ed i pareggi contro Cagliari e Verona. Parlavamo di dolce attesa, sì perché Allegri è riuscito anche a buttare fuori il Real di un certo Carletto Ancelotti, vincendo all’andata per 2-1 tra le mura amiche, e pareggiando 1-1 al Bernabeu una sfida epocale, forse una delle più belle degli ultimi anni. Purtroppo quel 6 giugno a Berlino le cose non sono andate come tutti i bianconeri avrebbero sperato, ma l’emozione per aver lottato fino all’ultimo per la terza Coppa dalle grandi orecchie è tanta: “Ci abbiamo provato #finoallafine con coraggio e orgoglio. Questa #champions va a chi l ha meritata, come l'avremmo meritata noi #ProudOfJu!” twitta Allegri subito dopo la partita contro i blaugrana.
La nuova stagione si apre con una profonda rivoluzione, a disposizione di Allegri sono arrivati i vari Dybala, Mandzukic, Cuadrado e Khedira, arrivati per prendere i pesanti posti lasciati vuoti da Vidal e Tevez. Le prime partite gettano la squadra e soprattutto il tecnico nell’occhio del ciclone. Sconfitta nelle prime due giornate da Udinese e Roma, e ottenendo per il rotto della cuffia un pareggio contro il Chievo. Allegri sa bene che è arrivato il momento di restare uniti e far fronte comune, infatti in Champions quasi a sorpresa arriva la vittoria contro il Manchester City. Ma in campionato la squadra stenta, il pareggio interno contro il Frosinone e la sconfitta contro il Napoli aggravano ancora di più la posizione di Allegri che resta comunque fiducioso. Arrivano le due illusorie vittorie contro Atalanta e Bologna, ma ci pensa il Sassuolo a far ripiombare la squadra nel buio.
Ma la situazione è destinata a svoltare, comincia a vedersi la mano di Allegri. Guardando oggi la posizione in classifica della Juventus, si è avverato ciò che aveva previsto l’allenatore, una squadra rinata che ha ottenuto sette vittorie di fila ed è in lizza per lo scudetto. Un natale fatto anche di tante rivincite per tutto l’ambiente nei confronti di chi aveva dato per scontato l’addio della Juventus dallo scudetto. Forse l’immagine più emblematica dell’ultimo periodo è quella di un Allegri a dir poco assatanato nella partita dei suoi contro il Carpi, il segnale chiaro di un allenatore che vuole sempre il massimo da chi scende in campo, conscio che non è più concesso perdere punti per strada in questo periodo della stagione.