Campano di nascita, (ormai) sardo d'adozione. Sono bastate solo ventuno gare di campionato a Massimo Rastelli per entrare nei cuori dei tifosi rossoblu. Reduce da un'annata straordinaria con l'Avellino, tanti però erano stati i dubbi nei confronti di un mister giudicato da qualcuno forse poco adatto ad una piazza importante come quella di Cagliari. Eppure, punto dopo punto, Rastelli ha saputo conquistarsi l'affetto dei suoi uomini, smentendo anche i più scettici addetti ai lavori. "L'Avellino resta nel mio cuore- ha detto il mister raccontandosi alla Gazzetta dello Sport- ma il Cagliari era un'occasione da non lasciarsi scappare. Fin dal primo giorno il mio umico pensiero è stato quello di tornare in A, ma ora viene il difficile: il girone di ritorno sarà un torneo a sé".

Parole caute, che però non possono nascondere il cammino di una rosa prima candiata alla conquista del titolo della serie B: il Cagliari, infatti, ha concluso il girone d'andata al primo posto, davanti al soprendente Crotone e addirittura a +8 dal Novara terzo. Rastelli, poi, ha saputo esaltare singole individualità, mixando tecnica e muscoli per creare un cocktail assolutamente vincente. Tatticamente parlando, il 4-3-1-2, metodo più volte utilizzato, ha dato equilibrio al Cagliari ed ha permesso al micidiale pacchetto offensivo di esprimersi al meglio, coadiuvato da un Di Gennaro che si sta confermando come uno di registi più in forma del torneo.

"L'ho arretrato io davanti la difesa- continua Rastelli, parlando del suo talento-ed i risultati si vedono. Legge bene la partita, pressa e raddoppia: ha tutti i numeri per diventare un nuovo Pirlo". Il Cagliari sembra non avere pecche ma il mister di Torre del Greco, come un perfezionista mai contento del suo lavoro, analizza la mancanza di mezzale dopo l'infortunio di Dossena, chiedendo quindi velatamente un aiuto dalla società. Lui il suo lo sta facendo, starà ora alla dirigenza ripagarlo con acquisti mirati ed utili a rinforzare una rosa apparentemente già perfetta.