Siamo a Natale, l’anno volge al termine, è tempo di bilanci: il 2015, per i tifosi rossoneri è stato un anno di speranze deluse, tante ombre e poche luci, ma soprattutto, con troppi interrogativi. Quand’è che il Milan tornerà competitivo, sia a livello nazionale, che internazionale? Questa, la domanda più gettonata. Sotto la statua della Madonnina del Duomo di Milano, sono passati numerosi attaccanti, che hanno indossato la maglia rossonera negli ultimi anni: diversi, hanno lasciato il segno, altri hanno deluso le attese.
Ora vedremo,chi sono stati gli attaccanti più incisivi nel 2015, chi, invece, si è rivelato un flop.

TOP


Carlos Bacca

Non si può non citare “O Pescador de Barranquilla”, come nota positiva dell’annata. Arrivato a Milano come “piano B”, o addirittura C, per chi credeva alle firme di Ibrahimovic e Jackson Martinez. La valutazione di trenta milioni, investiti per la sua clausola rescissoria non sembra impensierirlo, Carlos Bacca si è rivelato il fulcro dell’attacco rossonero e una delle punte più interessanti in Serie A. “El Peluca”, è a quota nove gol nei primi cinque mesi in rossonero, la metà di Higuain, indiscusso leader del campionato italiano. A differenza del Pipita, Bacca può vantare un istinto killer pari a nessuno: lo testimoniano le cifre nude e crude, con nove gol in soli quindici tiri in porta, il che, significa che il 60% dei suoi tiri in porta, finisce alle spalle del portiere. In ombra in diverse partite, ma non per demeriti suoi: viene coinvolto poco dal centrocampo, non del tutto sufficiente nel servire le punte. Ed ecco, che sorge un quesito: in caso di acquisto di un regista con un’ottima visione di gioco, Bacca potrebbe diventare un giocatore ancora più devastante? Ai poster l’ardua sentenza.

Jeremy Menez

Nonostante non abbia messo piede in campo, se non per venti minuti nella sfida di Coppa Italia contro il Perugia, nella gestione di Mihajlovic, per via di un infortunio alla schiena, Jeremy Menez è sicuramente uno dei protagonisti del duemilaquindici rossonero. L’Houdini transalpino era una delle poche certezze nella travagliata annata di Inzaghi alla panchina del Milan, con sedici reti in Serie A, il suo massimo in carriera. Giocatore funambolico, è stato affiancato da diversi attaccanti, come Torres e Destro, ma alla fine è sempre stato lui la punta di diamante della squadra, esaltandosi nella sua nuova posizione di falso nueve. Uno degli ultimi colpi di Galliani, arrivato a San Siro a parametro zero, durante l’estate era in cima alla lista dei partenti, per via del suo valore, che avrebbe portato alle casse di Milanello una buona plusvalenza. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: l’infortunio ha congelato la sua partenza, Mihajlovic ha in serbo una nuova opportunità per il francese, il suo inserimento alle spalle di Bacca potrebbe dare maggior brio e rendere ancora più pericoloso l’attacco rossonero. Il suo ritorno è imminente, i tifosi lo aspettano e anche Mihajlovic.

FLOP


Mattia Destro

Nella sessione invernale di mercato, arriva a Milanello Mattia Destro, in prestito dalla Roma. Giovane dalle belle speranze, esploso tra i colli senesi, la Roma se lo aggiudica per sedici milioni. Dopo un paio di stagioni, tutto sommato positive, Destro cerca di rilanciarsi alla corte di Inzaghi, desideroso di avere più spazio. Fiasco totale, al Milan non trova al sua dimensione, restando spesso nell’ombra di Menez, trovando solo tre reti in quindici presenze. Il Milan preferisce non puntare su di lui per la stagione successiva, riportandolo alla Roma senza troppi complimenti, per poi accasarsi a titolo definitivo al Bologna, per sei milioni.

Alessio Cerci

La sessione invernale di calciomercato non ha portato grandi fortune a questo Milan. Non solo Destro, ma anche Alessio Cerci, sbarcato a Milano nell’affare Torres-Atletico (altro deludente, ma non lo annoveriamo in questa graduatoria, in quanto nel 2015 ha giocato a Madrid). Accolto con entusiasmo, per via delle sue prestazioni eccellenti nel Torino di Ventura, trascinandola in Europa League, assieme ad Immobile, non è riuscito a rispettare le attese dei tifosi e società rossonera. Il nativo di Velletri, ha trovato solo due gol in campionato, ben pochi per un giocatore dalle sue caratteristiche. Troppo fumoso, impreciso, testardo nel dribbling, ma Mihajlovic lo ha ritenuto importante nel progetto, in quanto uno dei giocatori più tecnici presenti nella rosa. Con il passaggio al 4-4-2 e l’esplosione di Niang, il Nazionale italiano non è più così imprescindibile ed è sempre più destinato al ritorno all’Atletico Madrid.