Incominciamo dal presente, per tornare al passato. Carpi-Juventus 2-3, Allegri in versione Hulk fa mettere in ginocchio sui ceci tutta la retroguardia bianconera, colpevole di molte disattenzioni che negli ultimi minuti avrebbero rischiato di pregiudicare il risultato. Il più colpevolizzato è stato Leonardo Bonucci, autore di una prova più terrificante degli horror di Dario Argento, condita da una errata marcatura sul primo gol di Borriello e da un autogol abbastanza clamoroso. Insomma, semplicemente in tutto e per tutto una giornata no. Sembrava di essere tornati alle partite con Udinese, Chievo e Frosinone di inizio stagione: gol alla prima disattenzione, retroguardia disunita, testa tra le nuvole e convinzione di avere già i tre punti in tasca.
Da qui a chiedere la testa di alcuni giocatori determinanti in questi cinque anni il passo è lunghissimo, tanto più se uno di questi ha la media pazzesca 87,6 minuti giocati a partita con la maglia bianconera. Le partite che ha saltato in questi anni si possono contare sulle dita di una mano, l'unica in questa stagione quella con il Genoa, dato che fortifica l'idea di un Bonucci sempre più leader di questa difesa e di questa Juventus. Una difesa che quest'anno ha cambiato molte volte i connotati, da 4 a 3, ma la premiata ditta Barzagli-Bonucci-Chiellini è stata sempre un punto di riferimento per Allegri, una delle poche certezze in questo anno di transizione, di rivoluzione, in cui tanto è cambiato fuorchè l'assetto difensivo.
Sicurezza che però ha messo in ombra dei sostituti che in altre società sarebbero titolari inamovibili: parliamo di Caceres e Rugani. Il primo è stato fermato da infortuni ed episodi disdicevoli che lo hanno costretto spesso ai box: mai convocato in Champions League, due da titolare contro Roma e Chievo in campionato, cinque panchine e poi il nulla assoluto. Condizione che potrebbe costringerlo ad emigrare a fine stagione se non proprio a Gennaio, magari proprio in quel Siviglia che lo ha lanciato nel calcio che conta. Il giovane di belle speranze, Daniele Rugani, invidiato da mezza Europa e richiesto insistentemente da alcuni club italiani, Napoli in primis, è stato il grande rebus di questa prima parte di stagione. Finalmente dopo tante e troppe partite passate in panchina, Max Allegri ha deciso di puntare su di lui in queste ultimi due match: una buona prestazione in Coppa Italia contro il Torino, un gol (annullato per fuorigioco) contro il Carpi. Insomma, un chiaro segnale agli addetti ai lavori.
La difesa quindi è una degli artefici di questa "remuntada" e sembra essere tornata ai fasti di un tempo. In questo 2015 tante sono state le prove di forza del trio delle meraviglie BBC, che l'anno prossimo sarà ancora una volta, almeno in parte, protagonista degli Europei in Francia. Ricordiamo il ritorno nei quarti di Champions contro il Monaco, dove la difesa arroccata riuscì ad ottenere quello 0-0 fondamentale per la qualificazione, il solo gol subito contro i Galacticos al Bernabeu, con un Chiellini letteralmente indemoniato nella sfida contro CR7, e anche nella finale sfortunata di Berlino, dove contro Messi, Neymar e Suarez la retroguardia ha pagato dazio solo nei minuti finali. Una difesa spesso decisiva anche in attacco, ricordiamo il gol di Bonucci nel 3-1 contro il Milan o quello nello 0-3 del Franchi contro la Viola nella semifinale di Coppa Italia, le sgroppate di Barzagli sulla fascia al 90'. Questo muro, composto da mattoni di rispettivamente 34, 28 e 31 anni ciascuno, prima o poi andrà rinnovato, ma la speranza dei tifosi bianconeri è che continui anche nel 2016 ad essere sempre un fortino inespugnabile.