Mentre in tutto il mondo infuriano le polemiche sulle ultime vicende legate alla FIFA, in Italia il nostro personale “tifone” calcistico giace in silenzio: stiamo parlando del Presidente della FIGC Carlo Tavecchio, che fino ad inizio novembre riempiva le pagine dei giornali italiani e non solo con le sue frasi omofobe e razziste.

Non si parla di tangenti, come avviene invece in questi giorni per i rapporti tra Blatter e Platinì, ma è da notare l'improvviso placarsi dell'attenzione su quel terremoto mediatico scoppiato in seguito alla pubblicazione, da parte del Corriere della Sera, delle parole di Tavecchio “a microfoni spenti” con il direttore del sito web SoccerLife. Come se non bastasse, a inizio novembre è stato oggetto di polemiche per aver incontrato a Milano l'ex a.d. della Juventus, Antonio Giraudo.

L'ex dirigente bianconero, radiato dalla FIGC in seguito a Calciopoli, come raccontato da Giuseppe Cruciani su Dagospia, ha parlato con il numero uno del calcio nostrano della causa civile che oppone Juve e Federcalcio: “Tavecchio ha proposto il 'pari e patta' – ha scritto Giampiero Timossi su Calciomercato.com - Giraudo ha risposto “col cavolo, noi andiamo avanti”. Tavecchio, che in quanto dirigente FIGC avrebbe il divieto di incontrare persone radiate dalla stessa Federazione, si è difeso dicendo che l'incontro è stato occasionale e non istituzionale.

Tornando invece alla pubblicazione delle frasi omofobe e razziste, dopo peraltro quelle dette in campagna elettorale qualche mese fa su “Optì Pogba, che prima mangiava le banane e ora gioca qua”, queste hanno coinvolto l’imprenditore romano Cesare Anticoli (“Non ho niente contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada”) e un ex dirigente della Federcalcio (“Ma è vero che è omosessuale? Io non ho nulla contro, però teneteli lontani da me. Io sono normalissimo”). La difesa del Presidente è stata dire di essere vittima di un ricatto: quale?

Perché si può credere a tutto, soprattutto se in ballo c'è il vertice del calcio italiano. Ma la caccia all'uomo che si è scatenata dopo la pubblicazione della stampa delle dichiarazioni incriminate non hanno dato risultati, quantomeno non ufficialmente, per cui prove a sostegno di questa debole tesi sembrano non esserci proprio. Mentre invece il chiacchiericcio popolare attorno all'inadeguatezza di Tavecchio è divampato, salvo poi spegnersi nel giro di qualche giorno.

L'ultima novità nella FIGC è arrivata pochi giorni fa, con l'elezioni di Gabriele Gravina al vertice della Lega Pro. Battendo così Raffaele Pagnozzi, ex segretario generale del CIO e appoggiato da Claudio Lotito, guarda caso già sostenitore numero uno di Tavecchio. E tra i due Presidenti si capisce già che non tira buona aria: insomma, i giochi di palazzo possono anche cambiare settore (dalla politica al calcio) ma alla fine ci si ritrova sempre a guardare dietro ai nomi. Un esercizio utile per cercare di intuire in anticipo quale nuovo scandalo scoppierà a “casa Italia”.