Il paragone viene in mente facile e quasi scontato, ma in questo momento è difficile pensare a qualcosa di diverso per il Milan di Mihajlovic. Le cui sembianze sembrano essere quelle di un gambero. Capace di fare ogni tanto un passo in avanti, ma altrettanto rapido nel farne due indietro.
La vittoria con la Sampdoria era stata sicuramente accentuata dalle difficoltà della squadra di Montella, ma aveva mostrato qualche segnale positivo a livello di gioco, organizzazione e idee. Tutto perso nel giro di una settimana, visto che contro il Carpi quello che si è visto ha stupito molti in negativo. Un approccio alla partita molle e sbadato, contro un Carpi bello tonico, reattivo, pronto ad aggredire alto un Milan che non era in grado di mettere insieme tre passaggi consecutivi. Attaccanti isolati, centrocampo molle e impreciso, difesa disattenta. La squadra di Castori ha fatto un figurone, quella di Mihajlovic si è beccata i fischi e pure il rifiuto dei tifosi a fine partita di ricambiare il saluto della squadra. Non la situazione ideale. La Coppa Italia, si era detto, è stato solo un episodio. Fuori tutti i titolari e dentro una squadra fatta da giocatori che hanno giocato poco in generale e che assieme non erano praticamente mai scesi in campo. Ieri sera a Modena, però, la formazione, De Sciglio a parte, era la stessa per la terza partita consecutiva. Eppure spesso la sensazione che si è avuta è stata quella di undici giocatori non abituati a giocare insieme. Senza meccanismi collaudati o idee di gioco, tutti a sperare che un altro inventasse la giocata che sbloccasse la situazione. Troppo poco per sperare di avere la meglio sull'organizzazione del Carpi.
Anche alcuni numeri fanno intuire la difficoltà di questa squadra e rendersi davvero pericolosa in area di rigore. Il Milan ha chiuso ben sette partite di questo campionato senza segnare, un record negativo per la Serie A. Eppure i moduli spesso hanno avuto due punte insieme e Mihajlovic non ha rinunciato a giocare anche con tanti giocatori offensivi. Sembra però mancare altro, un'organizzazione e un'idea di gioco. Il talento, da solo, non basta e non può bastare. Il Milan continua nei suoi alti e bassi, costante che potrebbe trascinarsi per tutto il campionato e portare alla fine ad un risultato in linea con le ultime stagioni. Diverso, però, da quanto richiesto da tifosi e società.