Adriano Galliani si è lasciato andare nel post partita e ha definito il Milan visto contro la Sampdoria "il migliore visto a San Siro in questa stagione". Probabilmente è quello che hanno pensato un po' tutti. Dopo una prestazione convincente in trasferta, contro la Lazio alcune settimane fa, ne è arrivata una anche in casa.
Chiaro che la Sampdoria ci abbia messo parecchio del suo, tra enormi difficoltà in fase di costruzione, una fase difensiva rivedibile e un modulo che ha lasciato al Milan corridoi troppo invitanti per non essere sfruttati sulle fasce laterali. I meriti di chi vince, però, sono sempre superiori a quelli di chi esce sconfitto. Allora è giusto dire che Sinisa Mihajlovic ha avuto e ottenuto quei segnali incoraggianti che probabilmente lui stesso per primo si aspettava dopo l'opacità dello Juventus Stadium. Cambio di modulo, stessi uomini, ma soprattutto un atteggiamento molto molto diverso da quello delle ultime due partite prima dei blucerchiati. Squadra corta e compatta, il 4-4-2 sembra avere le possibilità di non mettere nessuno fuori ruolo. Pensando anche a chi è rimasto fuori ieri oppure non c'era per infortunio non si vedono giocatori che in questo nuovo sistema non possano trovare una collocazione. Al massimo potrebbero emergere problemi di abbondanza, ma Mihajlovic sarebbe ben contento di poter scegliere piuttosto che vedersi costretto ad adattare giocatori in determinati ruoli. Modulo e atteggiamento sono sicuramente la base di partenza di qualsiasi squadra. Il 4-4-2 è il terzo sistema di gioco in questa stagione, ma chissà non possa essere portato avanti da qui fino alla fine del campionato.
Se poi alcuni interpreti riescono a salire di livello, allora il Milan può giocarsi tutte le proprie carte a disposizione. Ieri sera, oltre a Cerci e Bonaventura, decisivi e imprendibili, la scena se l'è presa M'Baye Niang. Classe 1994, non bisogna dimenticarlo, dopo un rientro da esterno d'attacco, ieri sera è tornato a fare il centravanti come con Gasperini al Genoa. Il francesino è una scommessa vinta da Mihajlovic che in estate si è opposto a qualsiasi discorso legato ad una sua possibile cessione, anche solo in prestito. Ieri sera una prima risposta del perchè il serbo puntasse tanto su Niang già da quest'estate. Prima doppietta con la maglia del Milan, l'assist per il gol di Bonaventura e una presenza costante, continua, ma mai superflua o fine a se stessa. Forza fisica e velocità non gli sono mai mancate, i mesi al Genoa lo hanno fatto maturare e crescere a livello di personalità e probabilmente di consapevolezza dei propri mezzi. Difficile pensare a questo Niang fuori dai titolare. E mancano ancora Balotelli e Menez. Mihajlovic aspetta e confida che quando avrà tutti a disposizione "ci si potrà divertire per davvero".