La Juve torna a esaltarsi nelle notti europee: basta un gol di Mario Mandzukic ai bianconeri per battere il Manchester City e conquistare conseguentemente la qualificazione con un turno di anticipo in quello che era definito come “il girone di ferro”. Una vittoria meritata anche ai punti, con molte più occasioni create, ma che proprio per questo non soddisfa un Massimiliano Allegri che lascia il campo arrabbiatissimo per aver sofferto troppo e non aver raddoppiato.
Il tecnico azzecca però tutte le mosse, che potevano far storcere il naso: 3-5-2 senza Morata e Cuadrado, lasciati fuori anche contro il Milan, riproponendo di fatto la squadra che ha iniziato la ripresa nella scorsa gara di campionato, con Alex Sandro sulla sinistra. Il modulo funziona, dalle fasce non arrivano infatti grossi pericoli se non uno nella ripresa: Pellegrini per presidiarle sceglie Navas e De Bruyne, non mandando in campo Sterling, preferendo Touré come trequartista, con Fernando e Fernandinho a coprire il centrocampo, tutto questo in situazione di emergenza (ben tre ragazzi dell’academy in panchina).
La gara inizialmente la conduce il Manchester City, che muove bene la sfera da una parte all’altra del campo, anche se i bianconeri tengono bene e provano anche a farsi vedere in avanti senza mai impegnare Hart. Primo squillo al 16’, quando Fernandinho in area calcia un pallone vagante a lato non di molto, preferendo la potenza alla precisione. La risposta bianconera è immediata e letale: Pogba (che gioca una partita monumentale) va in dribbling e apre per Alex Sandro, cross chirurgico al centro dove Mandzukic di giustezza col piatto non tradisce e sigla l’1-0.
La situazione per la Juve è la migliore possibile, Pogba continua a illuminare negli spazi e Alex Sandro sulla sinistra è un pendolino instancabile e perfetto su entrambi i lati del campo. L’occasione per il 2-0 non tarda ad arrivare, ed è firmata ancora da Mandzukic con un destro di potenza di prima intenzione in anticipo su Otamendi, Hart è miracoloso ad andare velocemente a terra e mettere in corner. Non sarà l’unica parata decisiva del portiere inglese. Il suo collega Buffon viene impegnato per la prima volta a un minuto dal termine del primo tempo: un retropassaggio folle di Marchisio mette Aguero in condizione di calciare da posizione defilatissima sulla destra, il numero uno bianconero esce e riesce a parare in qualche modo.
Comincia ancora bene la Juve, con Marchisio che prova la botta da fuori col sinistro, troppo centrale per Hart. Al 53’ altra palla-gol per i Citizens: Fernando stacca su corner trovando l’angolino basso, ma anche la manona di Buffon che devia sul palo e poi in qualche modo salva. Due minuti dopo Allegri è costretto a togliere un ottimo Mandzukic per far spazio a Morata, e al primo pallone è subito occasione. La difesa del City infatti sbanda e lascia un buco centrale in cui si infila lo spagnolo che prova a beffare Hart col pallonetto, Sturaro sul secondo palo arriva di corsa cercando la deviazione e aggiustare la conclusione del compagno, ma è in leggero ritardo e coglie solamente il palo.
La squadra di Pellegrini avanza, ma la Juve tiene e non soffre troppo nella fase centrale della ripresa, i tre dietro offrono l’ennesima prestazione di spessore e Chiellini salva anche su una conclusione di Aguero. Col passare dei minuti gli spazi si aprono, Morata al 79’ ha ancora sul piede il 2-0: parte da destra, ne salta uno e poi conclude col sinistro trovando la parata decisiva di Hart in allungo col piede. Poco dopo esce tempestivamente per fermare un pallone delizioso di Pogba destinato ancora a un Morata pericolosissimo ma poco cinico. È l’ultima giocata del portiere inglese, che lascia il campo a Caballero per un leggero problema muscolare rimediato sul miracolo che nega a Morata il gol.
Nel frattempo però scorre la partita e Sterling, subentrato misteriosamente ad Aguero, ha sul piede la palla dell’1-1: De Bruyne svaria e sfonda a destra in qualche modo, mette la palla sul palo lungo dove l’ex Liverpool altrettanto misteriosamente calcia malissimo addosso a Barzagli, la cui deviazione involontaria non è decisiva per mandare la palla in porta. Entra anche Cuadrado che ha un buono spunto in area ma viene chiuso. La Juve soffre nel finale, chiusa dietro: Morata fa fatica a tenere alto il pallone e rientra poco, facendo imbufalire Allegri in panchina. L’ultimo brivido è una botta di Yaya Tourè dai 25 metri che termina alta di poco, controllato da Buffon.
Al fischio finale è gioia e festa per i bianconeri, che conquistano la qualificazione agli ottavi, che sarebbe arrivata lo stesso vista la débacle del Siviglia sul campo del Gladbach. A questo punto alla Juve basta un pareggio al Sanchez Pizjuan per conquistare il primo posto matematico ed evitare avversari temibili quali il Barcellona e il Bayern Monaco. Ma intanto, il primo passo è stato fatto. La Juve europea torna a far sognare.