Una partita che tanti sentirebbero particolarmente dal punto di vista emotivo. Tanti, ma non tutti. Paulo Sousa si prepara infatti ad affrontare il Basilea, squadra che ha allenato con ottimi risultati fino alla scorsa stagione. Ma il presente si chiama Fiorentina e l'obiettivo è vincere. Questo il messaggio nella conferenza stampa odierna: i momenti vissuti sono stati belli, ma non ci sono rimpianti e si pensa a giocare.
"Sarà una partita difficile, contro una squadra abituata a fare bene sia nel suo campionato che in Europa, che ha investito bene per arrivare alla finale nel suo stadio, vicino al suo pubblico. Sicuramente si tratta di un pubblico abituato a risultati di un certo livello anche in Europa, sarà difficile. Poi da parte mia provo sempre qualcosa di positivo, insieme abbiamo passato momenti bellissimi ed è sempre bello rivedere anche da avversario le persone con cui ho vissuto tante cose. Poi c'è la partita, c'è concentrazione da entrambe le parti e pensiamo prima al calcio che vogliamo giocare, poi all'obiettivo che vogliamo raggiungere".
Sousa va in Svizzera con uno spagnolo, assente, ovvero Mario Suarez non convocato ("Una scelta in una competizione che comporta meno scelte rispetto alla Serie A, di conseguenza abbiamo fatto la scelta che riteniamo più adatta alla partita. Non ha influito il primo tempo con l'Empoli") e uno in forte dubbio, ovvero Borja Valero ("Ha un problema traumatico, vediamo durante l'allenamento di oggi"). Troverà quasi sicuramente spazio Bernardeschi, da capire la posizione in campo: "Nasce come mezzapunta o punta, abbiamo lavorato a inizio stagione su questo, la bravura di Federico è quella di avere l'attitudine ad acquisire dei concetti tattici per migliorare il suo approccio al gioco. Per questo, sia da esterno che in una posizione più centrale o avanzata può cercare di fare un tipo di gioco diverso. Lui sta acquisendo questa capacità e ne beneficerà a lungo andare nella sua carriera; sono contento che un giovane si ponga con quest'attitudine, è un esempio per gli altri. Poi il posto in campo dipende dal bisogno della squadra".
In settimana Della Valle ha dichiarato che la precedenza va al campionato, ma il tecnico non si trova totalmente d'accordo: "Non possiamo avere una preferenza. In una cultura di vittorie bisogna alimentarsi vincendo, non si può abbandonare l'idea della vittoria; certo, dobbiamo essere consapevoli di tutto quello che questo comporta, per questo nel pianificare il nostro viaggio dobbiamo sapere quale sia la rotta e quale sia il carburante che abbiamo per poi aggiustare la velocità. Noi vogliamo creare una certa cultura, per farlo bisogna essere focalizzati, uno si allena per vincere sempre. Io non sono una persona che fa calcoli, ma che lavora intensamente cercando di migliorare i singoli e il collettivo per cercare di vincere ogni partita. I conti si fanno alla fine della competizione".
L'accoglienza dei tifosi non preoccupa più di tanto l'ex centrocampista: "Il più grosso riconoscimento che un allenatore possa avere viene dai giocatori, che possono essere soddisfatti della loro crescita, quando si sentono migliorati a livello tattico e anche umano. Io non mi aspetto nulla, ognuno può fare le valutazioni che vuole". E sull'accoglienza a Firenze: "In Italia sono stato ricevuto benissimo, se uno capisce cosa è il calcio: non si può piacere a tutti, posso lavorare nel migliore dei modi, perché alla fine tutto dipende dai risultati. L'addio? Non sono uno che si pente, ma penso a migliorare continuamente. Sono molto contento per tutto quello che abbiamo fatto a Basilea, dove ho passato momenti bellissimi". Poche parole invece sul suo successore: "Urs è stato sempre un allenatore che mi ha creato difficoltà quando ho allenato qui in Svizzera. Io non sono una persona che fa paragoni, non li farò neanche oggi, ognuno ha il suo modo di guidare una squadra".
"Io come allenatore cerco sempre di migliorare i miei giocatori, sul piano individuale e su quello collettivo. Penso sia fondamentale dare importanza a tutti, abbiamo bisogno di migliorare tutte le individualità per poter insieme metterci alla giusta velocità che ci possa portare sino in fondo. È normale che un giocatore, anche in certi momenti, anche quelli che voi dite essere titolari, possa vivere una giornata sbagliata; d'altra parte ci sono anche gli avversari... Noi abbiamo bisogno di tutti. Tornassi indietro con l'Empoli non rifarei le stesse scelte, vivendo quello che abbiamo vissuto nel primo tempo prenderei altre decisioni. Pensando sempre a un solo risultato, che è quello che occupa sempre i miei pensieri e cerco di instillare nei miei giocatori: l'unico obiettivo è vincere".
Insieme al suo allenatore c'è anche Nenad Tomovic in conferenza stampa, protagonista in questa stagione e in campo domenica nel pareggio contro l'Empoli. Il serbo non rivela però le voci dello spogliatoio: "Quello che ci siamo detti rimane fra di noi, posso dire che siamo riusciti a fare un buon risultato però soprattutto abbiamo dimostrato voglia e fame di recuperare. Potevamo anche vincere, però alla fine era il risultato giusto. Di quella partita prendiamo le cose positive ma anche quelle negative, quello che abbiamo fatto nel secondo tempo mostra la strada giusta da seguire".
Parlando invece di Europa League, il Basilea è stato capace di vincere a Firenze nella prma partita del girone, ma ora è tutto diverso: "Dall'andata sono cambiate molte cose, noi siamo consapevoli di poter migliorare ancora di più e fare ciò che chiede il mister. Lì eravamo all'inizio, ora siamo su un percorso che dobbiamo continuare a percorrere, possiamo fare molto meglio". E sulla strada verso la qualificazione: "Ci siamo complicati le cose da soli, soprattutto in casa. Vogliamo recuperare per raggiungere il passaggio del turno. Ci aspetta una gara molto difficile, però siamo pronti e sono sicuro che faremo un ottimo risultato per arrivare più tranquilli all'ultima giornata".