Quando parliamo di Domenico Berardi, parliamo del futuro del calcio italiano, della Nazionale e probabilmente anche della Juventus, che l'estate prossima punta a prelevarlo definitivamente dal Sassuolo sfruttando il diritto di recompra che, salvo cataclismi, verrà esercitato. Il classe 1994 ha dimostrato a suon di gol e di colpi tutto il suo enorme potenziale e talento. Ma questo rischia di essere minato da un aspetto del numero 25 neroverde che troppo spesso sta emergendo: il carattere e le reazioni in campo.
Partiamo dalle statistiche, dati oggettivi e innegabili: Berardi è al suo terzo anno di Serie A, ha giocato 71 partite nella massima categoria italiana e ha collezionato 27 cartellini gialli e tre rossi, saltando per squalifica finora 14 partite, 9 nella stagione 2013/14 e 5 nella scorsa, a cui vanno aggiunte le prossime tre che sconterà per il calcio rifilato ad Ansaldi ieri. Una media spropositata per un attaccante, soprattutto se si pensa che tutti quei cartellini non li ha presi per falli di gioco o tattici, ma la maggior parte proviene da proteste, ingenuità, reazioni, entrate dure e gratuite, gioco eccessivamente sporco per passare inosservato.
33 gol e 30 cartellini in 71 partite. Numeri alla mano, viene facile porsi alcune domande a riguardo. Berardi è, come detto, uno dei talenti più cristallini del calcio europeo, ma anche uno dei più sanzionati (in Serie A nessuno come lui nelle ultime tre stagioni, compresa questa in corso). Può essere la sua crescita penalizzata da questo aspetto?
Il primo parametro da prendere in considerazione è ovviamente l'età. Stiamo parlando pur sempre di un ragazzo di 21 anni, uno che ha tutta la carriera davanti e già ora sposta gli equilibri come pochi altri della sua età. Normale pensare che possa avere scatti poco graditi, non sarebbe il primo e nemmeno l'ultimo, per quanti essi siano. In questo senso, un futuro prossimo alla Juventus potrebbe giovare parecchio al ragazzo, e ancora di più potrebbe fargli bene lavorare con Antonio Conte in Nazionale. Salvo che questo suo carattere non faccia cambiare idea alla dirigenza bianconera e al commissario tecnico.
Il secondo parametro riguarda invece il contesto in cui oggi Berardi si trova. Gioca in un ruolo delicatissimo nello scacchiere di Di Francesco, il tecnico gli chiede tantissima corsa sulla fascia, spunti, e un lavoro parecchio dispendioso che potrebbe portare chiunque a una mancanza di lucidità, sono stati ben 9 i cartellini rossi totali rimediati dai neroverdi nella scorsa stagione, e questo delle troppe sanzioni è un problema che l'allenatore ha affrontato diverse volte, e ne è cosciente.
Sia chiaro, nessuno qui sta scusando Berardi per i suoi gesti, alcuni sono davvero da condannare, come quello di ieri, ma la pressione che il ragazzo fronteggia, anche se ha la faccia tosta, è davvero tanta. Pensare che possa condizionare la sua carriera in maniera così evidente non è comunque giusto, visto che quest'anno deve ancora crescere e migliorare, sotto tanti aspetti, carattere compreso. Ma se nel giro di 4-5 anni le cose non dovessero cambiare, allora qualche punto di domanda in più potrebbe balenare nella mente non solo degli appassionati, ma anche dei dirigenti e degli allenatori.