Venti giorni fa, il Milan se ne era uscito dall'Olimpico di Roma, con una memorabile vittoria ai danni della Lazio, trovando il nono punto in tre partite ravvicinate, con la speranza di aver messo definitivamente alle spalle la crisi di inizio campionato. Invece, non sembra essere così: già dallo zero a zero contro l'Atalanta, il Milan ha mostrato carenze strutturali, soprattuto nel reparto nevralgico, ovvero il centrocampo, la sconfitta allo Juventus Stadium ne ha messo a nudo i limiti della squadra rossonera. Un Milan altresì compatto in fase di non possesso, ma impalpabile nella manovra offensiva.

Mihajlovic lancia un camaleontico 4-3-3, mutevole nel 4-5-1 in fase di copertura, con Niang e Cerci (più il francese, che il secondo) nel ruolo di terzino aggiunto, di fronte al 4-3-1-2 iniziale di Allegri. La carta vincente per i bianconeri è il cambio di modulo dopo l'intervallo, con il passaggio al 3-5-2, tanto amato da Conte, con Alex Sandro fulcro del gioco sulla sinistra. Veniamo a Casa Milan, cosa si può salvare? Senza dubbio, uno dei pochi veramente positivi è il baby portiere, Gianluigi Donnarumma: allo stadio di Buffon, sorprende il Maestro con un paio di prodezze (punizione di Hernanes, deviata da Bonaventura e il missile di Pogba), sicuro con il pallone tra i piedi, anche se lento nel far ripartire il gioco. Positivo anche Romagnoli, che governa con personalità la retroguardia, mentre Alex e Abate si ritrovano nel banco degli imputati, responsabili del gol della vittoria di Dybala. Antonelli nè carne, nè pesce, avrebbe dovuto spingere di più, ma si gioca al carta della prudenza.

La classica teoria della coperta troppo corta: tirando troppo da una parte, resta scoperta l'altra. Ed ecco che si mettono a nudo i problemi del Milan: il centrocampo, in fase di possesso con il pressing avversario è pressochè impalpabile, la velocità di manovra non è sicuramente una specialità di Montolivo, apparso in difficoltà nelle vesti di geometra, mentre Kucka svolge il compitino in fase di interdizione e si propone in avanti, senza risultato. Riprendendo la citazione di inizio paragrafo, Mihajlovic ha spostato Bonaventura a centrocampo, dapprima come mezz'ala, poi da interno, con l'intento di dare dinamicità in mediana, precludendogli però la possibilità di martellare la difesa con i suoi dribbling ed inserimenti. Scelta che non ha pagato decisamente, il ruolo più congeniale a Bonaventura è quello di esterno nel tridente, dove può fare la differenza.

bonaventura

Ancora peggio l'attacco, mai pungente e incapace di costruire una reazione dopo il gol subito. Il 4-5-1 non è congeniale a Carlos Bacca, che subisce costantemente la difesa a uomo d'accademia di Chiellini, in grado di annullarlo per tutti i novanta e passa minuti di partita. Con un baricentro così basso del Milan, volitivo nel proteggere lo zero a zero fin dalle battute iniziali, le uniche azioni degne di nota gravitavano dalle parti di Cerci, ma troppo testardo nel cercare la giocata personale. Nell'altro out, Niang si sacrifica molto nella fase di ripiegamento, collaborando con Antonelli, ma quasi impalpabile in attacco, dove perde gli uno contro uno con Lichsteiner.
Dopo la rete di Dybala, Mihajlovic va in all-in con un 4-2-4, ma la squadra risponde ancora peggio: la Juventus amministra sapientemente il vantaggio, trovando solo un brivido al 93', quando Buffon sventa un velenoso siluro mancino di Cerci dalla distanza.

In breve, la difesa comincia a dare segnali di stabilità, anche se nel gol subito, Abate e Alex non sono esenti dalle responsabilità, d'altro canto, Romagnoli si erige sempre di più come leader, di fronte ad un Donnarumma volenteroso nel bruciare le tappe. La chiave sta nel collegamento tra il centrocampo e attacco: i due reparti sono fin troppo scoordinati, il Milan per ora vive di sfuriate degli esterni, come Cerci e Bonaventura, che se in giornata di grazia, possono fare la differenza, ma di fronte alle difese organizzate sono più innocui di un cucciolo.

Chiudiamo con l'analisi del gol della Juventus, ad opera di Dybala, con le immagini di Mediaset Premium.

Pogba sulla linea laterale trova Abate, che va in aiuto sul raddoppio, ma vede il taglio di Alex Sandro, che supera senza problemi il terzino milanista, riversandosi nei pressi dell'area rossonera.
L'azione chiave: Abate raggiunge in ritardo Alex Sandro, che ormai ha già pescato Dybala. Qui l'errore di Alex, che va in aiuto di Abate su Sandro, lasciando Dybala libero nell'inserimento in area.
Dybala controlla e insacca di sinistro. Romagnoli prova a tappare il buco lasciato scoperto da Alex, ma non è sufficiente.