Indispensabile, imprescindibile, tuttofare, Jack Bonaventura è stato definito in tanti modi nei suoi mesi di Milan. Nessuna parola negativa per lui e come potrebbe essere altrimenti. La sua assenza contro l'Atalanta si è fatta sentire davvero tantissimo.
Ai microfoni di Tuttosport l'ex Atalanta, di nuovo a disposizione di Mihajlovic, presenta così la sfida dello Stadium contro la Juventus: "Non è una sfida da dentro o fuori perché a fine campionato mancano ancora tante giornate ma il Milan certe partite non le può e non le deve sbagliare. Noi vogliamo vincere perché darebbe un segnale importante a tutto il campionato. Loro hanno cambiato tanto, hanno perso dei fuoriclasse ma in organico hanno comunque grandi giocatori. Noi ci siamo rinforzati e questo ha creato un po’ più di equilibrio. La Juve era un problema quando ammazzavano il campionato, quest’anno non lo sta facendo il che è molto positivo per tutti. Non abbiamo niente meno della Juve, visto che hanno meno punti di noi." Dalla squadra al singolo, dal Milan al suo ruolo in campo: "Ruolo preferito? Non ne farei una questione di ruolo, piuttosto di organizzazione di squadra: se tutti in campo sanno ciò che bisogna fare, conoscono i movimenti per far male agli avversari e aiutare la squadra, non è un problema giocare a centrocampo oppure nel tridente visto che ballano solo una decina di metri. All’Atalanta, nel 4-2-3-1 stavo dietro a Denis, un ruolo che mi piace perché mi dà libertà di svariare e di poter creare azioni offensive. Giocando lì ho fatto spesso gol… Al Milan, però, non abbiamo un giocatore alle spalle della punta."
Parentesi anche legata alla Nazionale con vista sui prossimi Europei: "Se punto agli Europei con l’Italia? Certo, sono una motivazione per fare ancora meglio. Il mio obiettivo è diventare un giocatore importante anche per la Nazionale. Per questo, oltre a fare un grande campionato, proverò ad arrivarci alla fine al top della condizione." Tornando al Milan Bonaventura fa un primo bilancio del lavoro di Mihajlovic e di quello che ha portato alla squadra l'allenatore serbo: "Oltre alla cattiveria, credo ci manchi anche un po’ di consapevolezza e voglia di crederci. Quando in un campionato ci sono un po’ di squadre che lottano per lo stesso obiettivo, la differenza la fa chi ci crede di più e che ha più voglia di arrivare. A inizio anno entravamo in campo e ci sentivamo insicuri. Credo che l’allenatore sia stato bravo nel mettere a posto questa situazione. Negli ultimi anni le cose non sono andate bene e Mihajlovic ha bisogno di tempo, intanto si sono creati i presupposti per tornare in alto: questo campionato può essere utile per far capire a tutti che ci siamo, dall’anno prossimo, con qualche innesto in più, credo si possa già tornare a vincere. Troppe critiche? Beh, all’inizio i risultati non sono stati esaltanti e con le critiche si è proseguito sulla scia dello scorso anno. Appena la situazione è migliorata, anche la gente penso abbia iniziato a credere in questo nuovo progetto. Milan italiano? Può essere un vantaggio perché si è creata un’alchimia che può portarci lontano."