Alla vigilia della sfida Juventus - Milan, big match della 13^ giornata di Serie A, la Gazzetta dello Sport ha intervistato uno che se ne intende di questa partita, Fabio Capello. Lui  che ha trascorso anni straordinari sia con il Milan che con la Juventus, prima da calciatore e poi da giocatore. Una sfida che promette spettacolo, ma l'allenatore non si sbilancia: "La Juve deve ritrovarsi, recuperando quelle che sono sempre state le sue caratteristiche: fame e determinazione. Il Milan sta crescendo partita dopo partita. Credo più alla Juve. Mi pare che le prime risposte siano già arrivate e penso che possa tornare in corsa per il titolo” spiegando il perché di un inizio di campionato ad handicap dei bianconeri “era prevedibile dopo gli addii di Tevez, Vidal e Pirlo. Ma anche il Milan ha cambiato molto e va dato tempo all’allenatore. Il calcio ha purtroppo questo difetto: è impaziente. Quando compri molti calciatori di buon valore pensi che il più sia fatto, ma non è così“. Juve-Milan: chi è rimasto di più nel cuore di Capelli?: "Non riesco a indicare una preferenza. Nella Juve ho vissuto la parte migliore da calciatore e l’ho allenata per due stagioni. Per me quei due scudetti furono conquistati sul campo. Non ho mai avuto il segnale che fossero stati regalati. E sono amico da sempre della famiglia Agnelli. Nel Milan ho chiuso la carriera da giocatore e grazie alla fiducia di Berlusconi ho iniziato quella di tecnico. Con il Milan nei primi anni 90 vincemmo tutto, stabilendo record straordinari. Ma per altre ragioni mi sento legato anche a Roma e alla Roma. Lo scudetto del 2001 fu una grande impresa"

Il 69enne tecnico di Pieris, poi, ha ricordato che esattamente 20 anni fa Buffon esordiva in Serie A in Parma-Milan: "Ricordo bene quel giorno perché ero io l’allenatore del Milan. Quando negli spogliatoi mi arrivò il foglio con la formazione del Parma, rimasi sorpreso. Dissi “ragazzi, questi mandano in campo il portiere della Primavera”. Dopo la partita, capii il motivo di quella scelta: finì zero a zero e Buffon salvò il Parma con tre parate straordinarie. Buffon è tra i primi cinque portieri di tutti i tempi. Condivido la classifica della Gazzetta: Zoff, Zamora, Jascin, Banks e Buffon sono i migliori di sempre". Dall'atra parte ci sarà invece il baby prodigio, Donnarumma:. "Conosco Diego Lopez. Ottimo portiere. Ottimo professionista. Ottima persona. Se Mihajlovic ha scelto Donnarumma, ha intravisto doti eccezionali. Maldini e Rivera diventarono titolari poco più che ragazzini. La differenza sta nel ruolo. Quello del portiere è particolare, ma Buffon dimostra che quando c’è un talento fuori dalla norma è giusto rischiare".  

Rilancio del campionato italiano? "La Serie A è migliorata e sta tornando ad alti livelli. Nelle difficoltà, i club sono stati bravi a puntare sui giovani. Il nostro calcio è nuovamente competitivo in Europa. I problemi non sono tecnici, ma ambientali. Gli stadi vecchi e vuoti sono il nostro grande limite. Un derby giocato senza le due curve, come quello romano, è un brutto segnale. Agli ultrà è stato concesso troppo e tornare indietro ora non è facile". Infine chiusura su un'altra partita di livello del weekend, il Clàsico di Spagna: "Sarò al Clasico. È una partita chiave per il Real. Se il Barcellona vince va a +6, si mette male per il Real. Mi sembra che lì ci sia qualche problema, ma quando si giocano gare come questa, lo spogliatoio si compatta. Il Barcellona ha reagito benissimo all’indisponibilità di Messi. La sua assenza ha responsabilizzato l’ambiente ed è cresciuta l’autostima generale".