Parma, Stadio Ennio Tardini, 19 novembre 1995. I padroni di casa, guidati da Nevio Scala, ospitano il Milan dei fenomeni. La partita si concluderà sullo 0-0, ma tra gli emiliani esordisce un 17enne dalle belle speranze, tale Gianluigi Buffon. Arrivato in prima squadra dopo esser stato per quattro anni nelle giovanili del Parma, il ragazzo di Carrara impressiona subito tutti per la sua eleganza, la sua sicurezza tra i pali. All’esordio contro il Milan, complice l’infortunio di Luca Bucci, fa un figurone ed è forse il migliore in campo. Subisce il suo primo gol contro, guarda caso, la Juventus e, dato ancor più curioso, da Ciro Ferrara, uno che in seguito sarebbe diventato uno dei più stretti amici del portiere. Nella stagione successiva diventa già titolare tra i pali dei parmigiani, esordirà sia in Coppa Uefa che in Champions League, conquistandosi la chiamata per i mondiali di France ’98. Nella truppa di Maldini è il terzo è portiere nelle gerarchie iniziali, ma si conquista la seconda piazza complice l’infortunio ad Angelo Peruzzi.
Nell’estate del 2001 per il ragazzo venuto da Carrara si realizza il salto di qualità: l’approdo alla Juventus. I bianconeri fanno ingenti spese in terra emiliana, accaparrandosi anche il francese Lilian Thuram e versando nelle casse del Parma 75 miliardi di lire. La storia di Buffon con la Juventus è nota a tutti, è uno dei simboli della squadra prima del tornado Calciopoli, vincendo tutto quasi tutto a livello nazionale e risultando il miglior portiere a livello mondiale. Vincitore ininterrotto del premio AIC dal 2001 al 2006 e miglior portiere della Champions League 2003, l’annata della finale persa ad Old Trafford contro il Milan. Fresco vincitore del Mondiale tedesco del 2006, decide di restare alla Juventus, insieme ad i vari Del Piero, Nedved, Camoranesi e Trezeguet. La stagione del ritorno nella massima serie si conclude con un ottimo terzo posto, nell’annata successiva è vicinissimo al trasferimento al Manchester City per l’esosa somma di 75 milioni, ma per l’ennesima volta giura fedeltà ai bianconeri. Quelli tra il mondiale 2010 e l’avvento di Antonio Conte sulla panchina bianconera sono anni difficili: il fallimento in Sudafrica, i problemi alla schiena che lo terranno fuori i primi sei mesi della stagione 2010-2011, i due settimi posti consecutivi.
Ma le cose sono destinate a cambiare nell’estate 2011, l’arrivo di Conte in panchina e della genialità di Andrea Pirlo in mezzo al campo ridanno lustro ed esperienza alla Signora. Arrivano subito lo Scudetto e la Supercoppa Italiana. Gli anni seguenti sono costellati da successi ininterrotti in Italia, non eccellenti i risultati in campo europeo. Riceve nel 2012 dall’IFFHS due prestigiosi riconoscimenti: miglior portiere degli ultimi vent’anni e miglior portiere del XXI secolo. Nell’estate 2014 arriva però un’altra cocente delusione, un altro fallimento al Mondiale, il copione è lo stesso di quattro anni prima. Il ritorno alla normalità bianconera è sconvolto dall’improvviso addio di Conte e l’arrivo di Massimiliano Allegri. La Juventus coglie il double in Italia, va vicinissima al triplete ma viene sconfitta nella notte di Berlino dal Barcellona. Il numero uno juventino salva più e più volte la squadra dalla capitolazione, risultando il migliore tra i bianconeri ed è inserito, a fine stagione, nella Top 11 dell’anno.