Dodici tornate, sei pari, sei sconfitte, zero nella casella vittorie. Il Verona è nei bassifondi della A, ultima posizione in coabitazione con il Carpi di Castori. Stagione maledetta, infortuni in serie, sfortuna, controprestazioni. Setti sceglie la via della continuità, benedice il corso Mandorlini e auspica una repentina inversione di rotta.
Il ritorno in campionato, dopo la sosta, non sorride, perché al Bentegodi arriva la corazzata partenopea, Sarri insegue punti da primato sul campo gialloblu. Infermeria piena per i padroni di casa, ma un raggio di luce illumina le sedute recenti. Luca Toni si allena con il gruppo, due mesi dopo l'operazione per risolvere il problema al collaterale del ginocchio sinistro.
In stagione, tre uscite da 90 minuti, condite dal gol al Torino, prima dello stop al minuto 25 di fronte all'Atalanta. Da allora cure, terapie e un graduale recupero, fino all'avvento in campo, con confortanti risposte. 38 anni, da Pavullo nel Frignano, Toni continua a stupire, per professionalità e spirito di sacrificio. Non è solo una questione numerica - 22 reti la passata stagione - il centravanti incarna lo spirito del Verona, è capitano oltre la fascia, totem di riferimento per i compagni.
Un azzardo pensare a un utilizzo fin dal via nel match di domenica, probabile la presenza in panchina dell'attaccante, pronto a subentrare nella ripresa. Mandorlini studia un comparto con Gomez e Jankovic a supporto di Pazzini.
Problemi che invece offuscano la mediana - viste le assenze di Romulo e Viviani - e il reparto di difesa, privo della leadership di Marquez. Helander affianca Moras al centro. Dopo la gara interna con il Napoli, in sequenza, Frosinone fuori e Empoli in casa. Passa da qui il futuro del Verona.
Queste le parole di Toni in vista della gara con il Napoli:
"Mi confronterò con Mandorlini e vedremo. Ma se servirà e mi sentirò bene ci sarò.Voglio tornare presto, ho tanta rabbia per la situazione in cui siamo: dobbiamo uscirne"