Il contratto "a vita" firmato la scorsa estate da Marchisio è stato solo un passaggio formale di un rapporto indissolubile. Il classe '86, ritenuto dai tifosi più romantici il "capitan futuro" della Vecchia Signora, è giunto ormai ad una maturità mentale e tattica sufficiente per prendere le chiavi del centrocampo della Juve. Dopo i quattro scudetti vinti al fianco di Pirlo, Vidal e Pogba, forse la più grande forza di questa squadra, il centrocampista Torinese si ritrova ad avere un nuovo ruolo, nuove responsabilità e nuovi compagni di reparto. Soprattutto con l'addio di Pirlo, Marchisio è stato "costretto" ad arretrare sulla mediana, lasciando quella posizione di mezz'ala che oramai aveva contraddistinto il suo modo di giocare. Sicuramente, numeri alla mano, vi saranno meno gol e meno inserimenti in area avversaria, cavallo di battaglia di Marchisio soprattutto sotto la gestione di Conte.
Questo nuvo ruolo, visto anche il suo precedessore, ricopre di enorme responsabilità l'azzurro che dovrà gestire la maggiorparte delle azioni juventine e sarà fondamentale, vista anche la sua cattiveria agonistica, in fase di interdizione. Già nello scorso anno Marchisio ricopri' diverse volte il ruole di regista, visti anche i numerosi acciacchi di Pirlo ed ebbe la possibilità di mettersi in luce in un ruolo sicuramente nuovo per lui ma alla portata di questo giocatore. Dati alla mano, in questo inizio non brillantissimo della compagine bianconera, con Marchisio in campo la Juventus ottiene più punti e realizza molte più azioni offensive e questo fa capire come, visti i due infortuni muscolari avuti dal bianconero, Marchisio avrebbe fatto comodissimo ad Allegri già dall'inizio della stagione.
I tifosi amanti del gol e dello spettacolo rimarranno sicuramente delusi dal nuovo Marchisio, che si sta levando i panni del giovane " tuttofare" pronto ad inserisi in ogni momento per fare gol; il nuovo modo di giocare del centrocampista juventino lo porta a vestire i panni del professore, del giocatore che ha il coraggio di tenere palla in parti "calde" del campo e di ragionare, magari senza più quel guizzo coraggioso, ma sicuramente con più intelliggenza ed esperienza tattica.