Torna a parlare Zdenek Zeman, allontanatosi dall'Italia e dalle pressioni dello Stivale dopo la parentesi sfortunata al Cagliari. L'attuale allenatore del Lugano, neopromossa squadra svizzera, ha parlato ai microfoni del Mattino, dove ha commentato i suoi primi mesi di lavoro oltralpe. Dopo un inizio in sordina, fatto di tantissime difficoltà, tecniche e non solo, Zeman è riuscito a rialzarsi, conquistando otto punti nelle ultime cinque gare e salendo a +4 dall'ultimo posto in classifica.
"Come mi trovo in Svizzera? Sto bene, Sapevo che ci sarebbero stati problemi perchè la squadra è stata promossa dopo tredici anni. Mi piaccono le cose difficili, ecco perchè ho fatto questa scelta. C’è tanto da lavorare, però in un ambiente tranquillo, dove non vi sono intrusioni dall’estreno. Perchè in Italia ce ne sono? Penso che lei conosca il calcio italiano. La Serie A? La seguo, perchè lo commento alla Domenica Sportiva, ma non mi manca. Ho conosciuto un’altra realtà dov’è possibile lavorare senza intrusioni ne pressioni".
Tornando all'Italia ed alla Serie A, il boemo analizza i primi mesi di campionato, con Fiorentina, Inter, Roma e Napoli al vertice e Juve ad inseguire: "Il campionato dice questo al momento: è una situazione che potrebbe modificarsi, c’è tempo fino alla fine. E’ successo che tante squadre sentono di portercela fare quest’anno e hanno uno stimolo in più".
L'ex allenatore del Napoli, tra le altre, parla anche degli azzurri, che lo hanno sorpreso favorevolmente: "Perchè aveva già un notevole potenziale offensivo e quest’anno ha trovato un equilibrio tra i reparti. Il sistema di Sarri è come il mio? Non so. Il 4-3-3 non è sempre lo stesso, dipende dalle caratteristiche dei giocatori e dalla loro posizione in campo. Adesso sono lieto di vedere Hamsik che gioca mezz’ala come faceva con me a Brescia: ha ritrovato un ruolo preciso. E mi fa piacere vedere Insigne sia tornato a fare l’attaccante, anziche giocare da terzino, a inseguire l’avversario".
Già, Insigne. Il talento di Frattamaggiore lanciato proprio da Zeman prima a Foggia, poi a Pescara, sembra sempre più vicino alla definitiva consacrazione, tecnica e non solo: "Gli anni sono tutti buoni, a patto che Insigne giochi in base alle sue caratteristiche, che sono appunto quelle di attaccante. Non c’entra l’età. Ho visto anche giocatori di 35 anni arrabbiarsi per una sostituzione. Sarebbe meglio evitare certe reazioni, tuttavia bisogna ricordare che un ragazzo vuole giocare sempre. L'esclusione dalla Nazionale? Non conosco la situazione e non la commento. Ma posso assicurare che Insigne, fin da quando giocava con me a Foggia, ha sempre risposto felice alle convocazioni delle nazionali giovanili e di categoria: mai rifiutata la chiamata. Insigne può diventare il protagonista del campionato? Glielo auguro. E, quanto ai gol, ne ha sempre fatti".
Sullo Scudetto a Napoli: "Cosa può succedere? Può immaginarlo, visto che il Napoli non vince dai tempi di Maradona. Ma allargherei il discorso dalla città alla regione, nel senso che la Campania è terra del calcio, come dimostrano i tanti giocatori nati in quel territorio. Una vittoria importante darebbe impulso all’intero movimento: lo risveglierebbe".
Napoli, ma non solo. Fiorentina e Paulo Sousa hanno impressionato notevolmente il boemo: "Mi ha sorpreso la Fiorentina perchè credevo che dopo Montella la squadra potesse avere problemi ad adattarsi al nuovo allenatore Paulo Sousa e a questo tipo di calcio. E invece già durante la fase di preparazione si sono visti positivi risultati. La Roma ha una grande opportunità per lo scudetto, ma il problema è trovare la continuità. Il campionato è bello perchè c’è questo equilibrio, se non proprio per l’espressione di calcio".
Infine, la solita punzecchiata di Zeman al sistema calcio: "C’è un punto di partenza che non funziona: troppi soldi hanno fatto male al calcio, società e giocatori guardano di più all’aspetto economico che a quello tecnico e spettacolare. Temo che non si possa tornare indietro perchè il calcio è sempre più business e sempre meno sport. I ragazzi che giocano con un pallone, la loro crescita attraverso l’attività fisica: si è perso questo”.