Sette gol in quattordici partite con la maglia dell'Anderlecht sono bastati a Stefano Okaka per riconquistare la maglia dell'Italia, con Antonio Conte che, a distanza di un anno, ha richiamato il centravanti natio di Castiglione del Lago. A Coverciano, quest'oggi, l'ex attaccante della Sampdoria di Mihajlovic si è presentato in conferenza stampa assieme a Riccardo Montolivo e chi meglio di lui ha potuto presentare nel miglior modo possibile il calcio belga, in continua ascesa negli ultimi anni. 

"In Belgio hanno una cultura per i giovani fantastica, ci sono giocatori di 20 anni che hanno già vinto due Scudetti, sono cercati dai grandi club... Lì hanno la fortuna di avere dei giovani bravi, con la mentalità giusta, ed è una fortuna per la loro nazionale. Rispetto all'Italia c'è più serenità".

Le prime parole di Okaka riguardano l'ambientamento e i primi commenti riguardo l'avventura in Belgio: "Bellissima, gioco in una squadra importante, che punta molto sui giovani ed ha un'organizzazione straordinaria. Parliamo di un club che gioca su dei palcoscenici straordinari, sono stato fortunato ad avere questa chance e sono molto contento". 

Si torna a parlare di razzismo, con l'ex centravanti doriano che analizza la questione dal suo punto di vista: "Non penso l'Italia sia un paese razzista, è una questione di educazione. Nessuno nasce razzista, dobbiamo cercare di avallare l'integrazione. In Belgio vivono tanti italiani che si sono adattati alla vita locale. Vorrei che non si parlasse più di razzismo, non conta il colore della pelle".

Un anno dopo, Okaka trova una Nazionale diversa, anche se la considera più forte e matura: "E' una Nazionale più forte, con giocatori più pronti. Abbiamo un allenatore che, al di là delle chiacchiere, preferisce conoscere l'uomo e poi il calciatore. Si viene convocati solo se si fa bene e se il mister lo vuole".

Si torna successivamente sulle vicende legate all'addio alla Sampdoria ed alle polemiche della sua gioventù: "A volte sono state inventate delle cose, sono stato colpito a livello personale. Ho dato sempre tutto per tutte le squadre in cui ho giocato, ogni giorno. Mi è dispiaciuto che qualcuno abbia scritto delle cose false, ma ormai fa parte del mio libro di storia e andiamo avanti. La Samp e l'esonero di Zenga? Ora sono un calciatore dell'Anderlecht e penso solo a questo, ognuno risolve da sè i propri problemi. Non ho voglia di parlare e di entrare in certe questioni. Se ce l'ho con Mihajlovic o con Ferrero? No, con nessuno in particolare. Vedo la mia vita come un incontro di boxe. Ho fallito tanto, ho incassato tanto ma non sono mai andato ko. Sono dovuto ripartire da zero, per fortuna in Belgio sono riuscito a far vedere le mie qualità e spero di continuare così".

Dal passato, infine, al futuro: "Mi preme soltanto continuare a giocare bene e a dimostrare il mio valore, più giochi bene e più aumentano le tue chances, anche a livello di club. Se giochi bene, ti si aprono altre porte. Europeo? Un calciatore deve avere sempre dei sogni, sono benzina per il nostro lavoro. Nessuno mi vieta di sognare e di poter mettere in difficoltà il mister".