Una Fiorentina a dir poco perfetta si impone a Marassi contro una Sampdoria abulica ed arrendevole, annientata dalla forza d'urto e dalla personalità della squadra viola che si erige con presunzione nel catino ligure, dove fino ad oggi nessuno era uscito indenne. La squadra di Paulo Sousa ottiene così l'ennesimo successo stagionale, agganciando in vetta l'Inter di Mancini e riportandosi davanti a Roma e Napoli, vincenti anche loro nel pomeriggio. Ilicic apre dal dischetto, Kalinic ci mette fin troppo tempo per chiudere una gara che già dopo 20 minuti sembrava ipotecata a favore degli ospiti.
Zenga ripropone Lorenzo De Silvestri sulla destra, con il classe 1998 Pereira dalla parte opposta. C'è Carbonero nel trio d'attacco con Muriel ed Eder, mentre la mediana è la solita composta da Soriano e Barreto ai lati di Fernando. Sousa conferma Roncaglia con Rodriguez ed Astori, mentre Bernardeschi è confermatissimo sull'out di destra con Ilicic e Borja Valero ad innescare Kalinic.
Il rullo compressore viola macina gioco e pressing asfissiante già dai primi minuti di gioco, con la squadra di casa che non riesce ad uscire palla al piede e si affida a sterili lanci lunghi che i centrali gigliati controllano agevolmente. La Sampdoria prova a rispondere con la stessa moneta, ma il pressing doriano non da i frutti sperati, con Vecino e Badelj che trovano spesso Ilicic e Borja Valero tra le linee. Russo punisce la veemenza degli interventi dei mediani viola che dopo cinque minuti figurano già sul cartellino del direttore di gara campano, ma ciò non condizionerà affatto la loro prestazione. Al nono, l'episodio che sblocca la gara: Bernardeschi beffa Pereira e cerca di superare Zukanovic con un sombrero; il difensore si oppone con il braccio, fin troppo vistosamente per evitare la massima punizione. Ilicic col mancino non perdona. I viola sono padroni del campo e nonostante una respinta di Tatarusanu su Fernando, vanno vicini al raddoppio con Kalinic che spreca su invenzione di Vecino. Muriel ed Eder fanno il possibile per lottare con i difensori avversari, ma non trovano quasi mai lo spunto giusto per impensierire la retroguardia di Sousa. Alla mezz'ora la gara potrebbe cambiare, con Vecino che intercetta col braccio un passaggio di Barreto, ma Russo lo grazia. I ritmi calano alla distanza, anche se il predominio tecnico e territoriale, oltre che mentale della gara, resta nelle mani di Borja Valero e Vecino, che giostrano a piacimento le iniziative ospiti, facendo spesso girare a vuoto la pressione avversaria. Bernardeschi da posizione defilata va vicina al raddoppio testando i riflessi di un attento Viviano.
La ripresa non si discosta particolarmente dai temi che hanno caratterizzato il primo parziale. Dopo tre giri di orologio Viviano è chiamato alla deviazione in angolo su destro dalla distanza di Vecino, deviato da Silvestre. La squadra ospite domina e legittima il punteggio, sciorinando calcio e spettacolo: Bernardeschi riceve da Kalinic e calcia col mancino dal limite, esaltanto i riflessi dell'estremo difensore doriano. Il monologo viola prosegue, con Ilicic che prima si libera, sempre sul mancino, venendo contrato da Silvestre, poi scambia al limite dell'area con Kalinic, restituendo il servizio all'ex attaccante del Dnipro che da pochi passi raddoppia e chiude di fatto i giochi. La Sampdoria paga il colpo del K.O. ed esce definitivamente dal match. Eder avrebbe l'occasione su una clamorosa disattenzione di Roncaglia per riaprire il match, ma il capocannoniere ha già staccato la spina della concentrazione e da pochi passi spara su Tatarusanu in uscita. E' l'ultima emozione di una gara che ha avuto un solo padrone. Inter, Roma e Napoli chiamano, la Fiorentina risponde presente.