Un derby ad aprire la giornata numero undici della massima serie. Occasione di riscatto per una Signora in difficoltà. La resa con il Sassuolo cancella appigli di risalita, la realtà spegne effimere illusioni. La rivoluzione di campo porta in dote scorie difficili da cancellare e il calcio corre a folle velocità, senza concedere tempo e spazio. Allegri non si sottrae di fronte alle reponsabilità, anzi affronta il momento a testa alta.

"Io in bilico? Nella mia testa non balena questo pensiero, ma se non arrivano i risultati il tecnico è colui che paga. Nel calcio c'è una regola: chi vince è un bravo ragazzo, chi perde è una testa di...".

Partita che si distanzia da tutte le altre. Il Torino è squadra di cuore e orgoglio, con Ventura, un maestro, a muovere i fili in panchina. Anche il granata, oggi, è colore sbiadito, e la stracittadina è, su entrambe le sponde, via crucis a cui chiedere al tramonto un segno positivo. Pronostico difficile, perché entrano in gioco variabili che trascendono l'aspetto tecnico. 

"Nel derby non ci sono favoriti. Negli ultimi due derby sono venute fuori partite combattute belle e domani sarà la stesso. Noi partiremo dalle certezze ottenute nelle gare precedenti a quella col Sassuolo: la sconfitta di mercoledì è stata inaspettata per tutti".

A​ Vinovo, presente una pattuglia di tifosi, giunta per chiedere spiegazioni, per trasferire alla squadra un segno di presenza. Anche la gente percepisce un senso di smarrimento, normale dopo anni famelici, di titoli e successi. La via della risalita passa da un confronto franco. Tutti devono remare nella medesima direzione.

"Volevano fare un saluto alla squadra, ci ha fatto piacere hanno voluto far sentire la loro vicinanza"

In settimana, lo sfogo di Buffon ed Evra, senatori delusi. Parole forti, rivolte al gruppo. Il tecnico smorza i toni, indirizza l'attenzione alla partita. Il problema attuale è una latente continuità, la Juve inciampa, come mai in passato.

"Le parole di Buffon ed Evra? Sono dei pensieri in un momento difficile, parole costruttive: questi momenti fanno parte della crescita e vanno affrontati con positività, capendo il momento. Aver paura non serve a nulla. Dobbiamo solo fare meglio di quanto stiamo facendo, non serve andare a cercare il perché e il per come. Le energie che abbiamo le dobbiamo buttare in campo, ma senza essere nervosi. Anche nei momenti brutti bisogna scendere in campo con intelligenza. Ma non c'è niente da ricompattare all'interno della squadra. Noi facciamo due-tre gare buone, poi sbagliamo. In questo momento abbiamo un andamento anomalo".

In chiusura, il punto sui giocatori non al meglio. Il rientro di Marchisio restituisce nobiltà alla mediana, Allegri ha ampia scelta e può quindi presentare una squadra all'altezza, prima in A e poi in Champions, nel ritorno in terra teutonica.

"Marchisio sta meglio ed è a disposizione, Caceres è tra i convocati: ci siamo quasi tutti a pieno regime. Ora aumenta la concorrenza per tutti. Non dobbiamo cominciare a dire: 'Arriveremo', 'Arriviamo'. Si ragiona partita per partita. L'unico obiettivo imminente è la qualificazione agli ottavi di Champions. In campionato dobbiamo risalire in classifica".