Da quando è arrivato al Milan nel Gennaio 2014 Alessio Cerci di fatto non ha mai trovato quella continuità che serve a tutti per provare ad esprimere al meglio le proprie qualità. Moduli di gioco non troppo adatti a lui, spezzoni di partita e panchine in serie, la sensazione di non essere all'altezza di quella maglia tanto desiderata e alla fine trovata dopo un lungo giro di mercato.
Sinisa Mihajlovic conosce Cerci dai tempi della Fiorentina, ma nel 4-3-1-2 che aveva pensato per il Milan difficilmente ci sarebbe potuto essere un posto per lui. Forse da seconda punta come con Ventura a Torino, dove tutto ha preso un'altra piega per quest'ala vecchio stile. La folta concorrenza in attacco non sembrava però regalare all'orizzonte scenari indimenticabili per Cerci. Mihajlovic, però, ha sempre chiarito in maniera netta di voler puntare su di lui: "Cerci? Il 4-3-1-2 non è il modulo che lo fa rendere al meglio, anche se è in grado di fare la seconda punta come faceva al Torino. Io ho piena fiducia in lui, anche in estate ho bloccato la sua cessioneperchè è uno dei pochi della rosa in grado di saltare l'uomo. Può giocare sia in un centrocampo a 3 che a 4. Ci darà sicuramente una mano, bisogna lasciarlo sereno." Così Mihajlovic lo scorso 16 Ottobre. Appena dieci giorni dopo quelle parole sembrano trovare effettiva conferma nei fatti.
Il passaggio al 4-3-3 in alternativa 4-4-2 fa riscoprire Cerci al Milan e viceversa. Nell'ultima sfida contro il Sassuolo sprazzi di quelle giocate e serpentine tanto letali quando vestiva la maglia granata. Contro il Chievo domani sera è quasi scontata un'altra maglia da titolare, terza volta di fila, mai successo dal suo arrivo a Milanello. Forse ci voleva Mihajlovic, forse ci voleva il cambio di modulo. Forse ci voleva solo pazienza.