Qualcuo ha storto, il naso, sollevando dubbi e perplessità sulla scelta, sicuramente inaspettata, di Sinisa Mihajlovic. Tenere fuori Diego Lopez, al Real Madrid aveva preso il posto di un certo Iker Casillas, relegandolo alla panchina, il migliore probabilmente per rendimento e continuità del Milan nella scorsa stagione, per affidarsi a Donnarumma, ragazzino del 1999.
Non è da tutti esordire in Serie A a 16 anni, questo è facile da evidenziare e da capire. Non è però nemmeno da tutti avere così tanti giudizi positivi da chi ti osserva tutti i giorni in allenamento a Milanello. Eppure questo filtra dall'ambiente Milan. L'aggettivo più usato per lui dai suoi allenatori è "impressionante". Per fisico, capacità tecniche e atletiche, personalità. Insomma uno di cui probabilmente si sentirà parlare ancora in futuro, in che termini dipenderà da lui e dal percorso che intraprenderà nei prossimi anni. Intanto è arrivato l'esordio in campionato con quella maglia del Milan di cui è tifoso da sempre, tanto da rinunciare alla corte dell'Inter e del Manchester United pur di arrivare in rossonero. Un anno nella Primavera con Brocchi, con esordio in un derby di categoria, mica una partita qualunque, poi l'arrivo in Prima squadra. E il ruolo di secondo alle spalle di Diego Lopez. Ieri un'occasione unica. Mihajlovic che sceglie lui per una partita delicata e importante, in un ambiente non certo favorevole come quello che si respirava a San Siro ieri pomeriggio perchè il serbo vede così le cose. Se uno è bravo non conta l'età. Gioca perchè lo merita, punto. Giovane o meno giovane poco importa. Prima di essere promosso o bocciato Donnarumma dovrà giocare altre gare naturalmente. Per ora ci si può limitare alla cronaca della sua gara di ieri. In attesa di capire chi ci sarà contro il Chievo Mercoledì sera.
Giusto dire che sulla punizione, comunque ben calciata da Berardi, Donnarumma abbia commesso una piccola sbavatura. Quel passo verso sinistra non gli ha poi permesso di avere la spinta giusta per tornare verso il proprio palo di competenza. I compagni hanno poi rimediato portando a casa tre punti pesanti e alla fine sono andati tutti ad abbracciarlo. Perchè nelle altre occasioni in cui è stato chiamato in causa ha dimostrato sicurezza e personalità. Non da tutti a 16 anni, a San Siro, con la magli del Milan sulle spalle.