Punto fermo della Fiorentina del passato e di quella del presente è Borja Valero che ha provato a spiegare ad El Pais, in un'intervista realizzata lo scorso giovedì (dunque prima del match tra Napoli e Fiorentina) quali siano le differenze tra la squadra allenata da Montella e quella da Sousa: "Con Paulo siamo un po’ più concreti, in alcune partite abbiamo giocato peggio rispetto agli standard degli anni scorsi, ma siamo molto più compatti in difesa e gli avversari hanno difficoltà a creare occasioni da gol. Io leader? No, no, per niente. Per fortuna o purtroppo siamo una squadra senza i nomi, la forza è il gruppo. Io sono uno dei più vecchi e con più esperienza, cerco di metterla al servizio della squadra. Le differenze tra i due? Sousa ha molto più carattere. Lui è una persona che dice cose in faccia a chiunque e in qualsiasi circostanza. Lui insiste per convincerci ancora di più a credere nelle nostre possibilità e che siamo in grado di battere chiunque. Avevo sentito parlare bene di lui e non mi sorprende quello che sto vedendo”. E ancora: "L'ultima volta che sono stato in testa alla classifica? Non lo sono mai stato, neanche in seconda divisione o per una giornata. E’ così bello, la gente di Firenze è molto appassionata ed è felice del momento. La gioia dei poveri è breve, quindi dobbiamo godercela. Qui la gente è impazzita di gioia e cantano Salutate la capolista”
Il centrocampista viola ha anche parlato della scelta di Joaquin di tornare al Betis: "Credo sia stata una scelta di vita, ha pensato che fosse giunto il momento di tornare a casa sua. Come amico sono felice che sia felice. Ci siamo sentiti dopo queste vittorie e lui mi ha risposto: ‘bastardi, adesso vincete’!”
Chiusura sulla Nazionale: "Qualche tempo fa mi è stato chiesto se per caso avessi un antenato italiano per poter essere convocato in azzurro, ma non è così e quindi devo sperare nella chiamata della Spagna. La speranza è l’ultima a morire ma credo che sarà molto complicato andare all’Europeo”.