Corre l'anno 2006. La Juventus, allenata da Fabio Capello, arriva allo stadio Giuseppe Meazza in Milano il 12 Febbraio per affrontare la seconda in classifica, l'Inter. Nove punti di distacco tra le due compagini, pochi per sentirsi al sicuro, non troppi per sperare ancora di arrivare primi. Le due squadre si schierano a specchio, con un 4-4-2 non ancora in disuso. Capello schiera il Buffon dei miracoli tra i pali, Balzaretti terzino destro, Thuram e Cannavaro centrali e un giovane terzino di nome Giorgio Chiellini nelle retrovie. Camoranesi ricopre il ruolo di esterno di destra, Emerson e Vieira formano la diga di centrocampo e un Pavel Nedved ispiratissimo corre a sinistra. Due bomber rapaci e micidiali come Trezeguet e Ibrahimovic chiudono l'undici titolare. Sulla panchina nerazzurra siede invece Roberto Mancini, che mette in campo Julio Cesar, all'inizio della sua avventura ricca di soddisfazioni con i milanesi, il sempreverde Javer Zanetti e Burdisso terzini, Ivan Ramiro Cordoba e il muro Walter Samuel centrali di difesa. A centrocampo invece agiscono Figo, Veron, Cambiasso e Stankovic. Attacco composto dall'imperatore Adriano e Oba Oba Martins (ancora in attività nel Seattle, per chi si sia chiesto dove sia finito).

Fischia il calcio d'inizio il signor Paparesta di Bari. La Juventus nel primo quarto d'ora mette il turbo e cerca assediare l'area avversaria, ma è l'Inter ad avere la prima occasione con Martins che spedisce fuori dopo un contropiede micidiale. Nella mezz'ora successiva i nerazzurri prendono fiducia e Adriano riesce a segnare con una bomba su punizione, ma l' arbitro fa ripetere perchè il brasiliano non poteva calciare di prima. La prima frazione si conclude sullo 0-0 ma la seconda è una vera e propria sagra delle occasioni: al 63' Zlatan Ibrahimovic porta in vantaggio gli ospiti dopo aver piazzato in rete un cross di Camoranesi. La reazione dell'Inter non tarda ad arrivare e su calcio d'angolo al 74' Samuel stacca di testa e gonfia la rete, ma è un 1-1 che poco serve ai nerazzurri. La partita si apre ed entrambe le compagini cercano il gol, ma l'episodio chiave accade al 45': Cordoba atterra Nedved al limite dell'area. Sfortunatamente per i nerazzurri è Del Piero, subentrato ad Ibrahimovic, a battere la punizione dalla sua mattonella: palla nel sette e prima esultanza con la celebre linguaccia, marchio di fabbrica del numero 10 bianconero. Nei minuti di recupero Recoba colpisce la traversa su una punizione invitante, finisce quindi 1-2 il match che manda la Juve a +12 e spalanca le porte per la conquista dello scudetto numero 29.

Ci sono emozioni che i dossier arbitrali non possono spiegare, gioie che le polemiche non possono spegnere, meriti che solo il campo può mostrare.