Keisuke Honda e il Milan, un rapporto d'amore forse mai sbocciato del tutto e che nelle ultime settimane sembra essersi incrinato e crepato in maniera quasi irreparabile. Il giapponese, sin dal suo arrivo in Italia, è sempre stato più visto come uomo marketing più che come un valore tecnico aggiunto.
A peggiorare il tutto sia le sue prestazioni in campo, quasi sempre non all'altezza della storia e del blasone del Milan, per di più con una maglia e un numero passati sulle spalle di campioni meravigliosi nel corso della storia milanista. Non c'è stato allenatore, fra gli ultimi transitati sulla panchine del Diavolo, in grado di beneficiare delle qualità tecniche del giapponese. Honda che si sente un trequartista, inizialmente costretto sull'esterno dal sistema di gioco adottato dal Milan per poi, finalmente, trovare in questa stagione un allenatore come Sinisa Mihajlovic cultore del 4-3-1-2. Chance e opportunità per far vedere di poterci stare, ma niente, ancora una volta Honda non riesce ad imporsi. Da titolare a panchinaro, fino quasi a dimenticato. Situazione che ha a quanto pare esasperato l'ex CSKA Mosca che nel post Napoli non le ha mandate a dire, a tecnico a società: "Non capisco perchè sto fuori, se la società non investe come City e Psg non tornerà mai grande." Questi in sintesi i concetti espressi.
Graditi il giusto dalle parti di Via Aldo Rossi. Il momento non è dei più semplici, mancano solo esternazioni del genere pubbliche per alimentare una polveriera indegna dei colori del Milan. Il mercato di Gennaio potrebbe rappresentare la scappatoia ideale per tutti. Si dice che il Valencia abbia messo gli occhi su Honda. Il Milan potrebbe realizzare una plusvalenza (il giapponese è arrivato a zero) e liberarsi così di un giocatore non più funzionale. E pazienza se qualche contratto di sponsorizzazione dal Giappone dovesse svanire.