Crocevia giallorosso. La trasferta al Barbera rappresenta il primo snodo della stagione, la Roma non può concedersi un passo falso dopo il flop europeo. La sconfitta con il Bate complica terribilmente la corsa agli ottavi - ora àncorata a un doppio risultato positivo con il Bayer - e Garcia deve respingere il fuoco nemico. Nella Capitale, si parla con insistenza di un cambio alla guida della squadra. Nomi altisonanti, da Montella ad Ancelotti, profili che non spaventano il francese di ferro.
"Non mi sono pentito neanche per un secondo di essere rimasto a Roma. Ho la stessa ambizione, voglio sempre vincere dei titoli e vado avanti. Poi, alla fine, faremo i conti. Ora è presto".
Garcia insegue la Roma perfetta. A tratti la squadra gira, ha orgoglio - come dimostra la reazione di Champions - ma spesso si concede, priva di personalità. Agli errori di gruppo, si sommano carenze individuali. Le scelte del tecnico spesso destano perplessità e le correzioni in corso d'opera non sempre invertono la rotta.
"Dobbiamo avere più continuità, anche nella stessa gara. E non fare come in Bielorussia, dove abbiamo sbagliato tanto nel primo tempo. La partita più importante però è sempre la prossima, i giocatori hanno una grande voglia di vincere perché vogliamo avvicinarci ai primi posti. E perché quest'anno abbiamo grande ambizione, siamo ancora in corsa per tutti gli obiettivi".
Nessun volo pindarico. Garcia pone traguardi tangibili, non pronuncia la parola "scudetto" e fissa i primi paletti.
"Intanto vogliamo qualificarci per la Champions in campionato e vedere che succede e poi vogliamo passare il turno nel girone, anche se adesso saremo costretti a fare un grande risultato a Leverkusen. Sono motivato e combattente, ho sempre lo stesso sogno di vincere qualcosa qui. I ragazzi devono fare lo stesso. So che clima c'è in città, ma non sono un giovanotto, so come funzionano le cose, non ho tempo da perdere".
Il salto di qualità dipende da componenti diverse: assimilare innesti estivi, esaltare le doti dell'organico, diventare finalmente un unicum, trasformare singoli in gruppo.
"Una formazione che arriva due volte seconda qualcosa l'ha dimostrata. Però certo, dobbiamo migliorare. Io lavoro ogni giorno per sfruttare le qualità della squadra e l'integrazione tra vecchi e nuovi. Dobbiamo migliorare sugli automatismi e il gruppo deve accelerare l'inserimento dei nuovi soprattutto per quanto riguarda il bel gioco ".
Rapporto di stima con la società e con i collaboratori. Nessun dissapore in casa Roma, si procede di pari passo verso la meta. La buona condizione fisica soddisfa il tecnico, ora bisogna però raccogliere la semina dei mesi precedenti, in attesa del rientro di alcuni giocatori determinanti nella crescita complessiva.
"Sento spesso il presidente, ma anche i dirigenti qui mi dimostrano sempre con i fatti la loro fiducia. Lavoriamo tutti insieme, siamo un gruppo, e fisicamente la squadra è in forma, vedi il secondo tempo col Bate. Stiamo bene, andiamo avanti e vediamo che succede, è ancora presto per fare i conti".