"C’è grande stima, è un onore per me se qualcuno mi paragona a lui che come me viene dal basso, vincendo i campionati minori. Siamo un riferimento per tanti allenatori delle categorie inferiori che vedono in noi la possibilità di arrivare in alto con il lavoro e la gavetta".

Gavetta, certo, ma non solo. Non è soltanto questo l'aspetto che lega Maurizio Sarri, nuovo allenatore del Napoli, a Fabrizio Castori, mister del Carpi che è approdato quest'anno per la prima volta in Serie A. Storie simili, genesi professionali praticamente identiche: la gavetta scrive la storia, ancora una volta e lo fa tramite due personaggi che si sono imposti, nel mestiere che più gli competeva, partendo dal basso. Questa sera si incroceranno per la quinta volta, anche se sarà la prima in Serie A: nel 2005-2006 i primi due incontri, tra Cesena e Pescara, nel 2012-2013 quello fra Empoli e Varese, con Sarri in vantaggio 2-0, con due pareggi nel mezzo.

Storie comuni, dicevamo, a partire dall'aspetto anagrafico: un pò più esperto il classe '54 marchigiano, leggermente più giovane ('59) il napoletano-toscano. Le storie dei due personaggi si accomunano anche per la lontananza dal mondo del Calcio nelle rispettive crescite professionali: Castori, in quel di Macerata, divenne un giovane imprenditore, che da sempre aveva lavorato in un calzaturificio. Dall'altra parte dello Stivale, in posizione diametralmente opposta, in quel di Figline Valdarno nasceva un banchiere. Entrambe, però, cullavano in grembo una passione sfegatata per il football. 

Un pò per caso, un pò per fortuna, chi dal Tolentino, chi dall'Antella (Promozione ed Eccellenza), intraprendono le rispettive strade con una promozione (Sarri al primo anno, Castori al secondo, come biglietto da visita). Il marchigiano scala le classifiche fino alla serie C2, prima di trasferirsi a Castel di Sangro e Lanciano. I successi in C1 gli garantiscono una discreta vetrina e ad approfittarne è il Cesena, che riporterà in Serie B prima di lasciare per altri lidi. Infine l'arrivo al Carpi, dove prende una squadra di modeste ambizioni per trascinarla in uno splendido cammino: 22 vittorie e 14 pareggi sono il bottino che significano Serie A. 

Sarri invece, partito ancor più in basso rispetto a Castori, si forma le ossa scalando tutte le tappe del suo cammino attraverso promozioni a ripetizione: la prima proprio con l'Antella (eccellenza-promozione). Arrivano in rapida successione (3 in 6 anni) quelle con il Sansovino (promozione-D e D-C2) e poi quella con la Sangiovannese (C2-C1), dove ottiene l'ottavo posto al primo anno. Sarri è sulla bocca di tutti in provincia e viene reclutato dal Pescara. Anni difficili per il tecnico di Figline Valdarno, che ci mette qualche stagione di troppo ad imporsi: quattro esoneri rischiano di comprometterne la carriera, prima del grande salto. L'Empoli investe su di lui dopo l'esonero al Sorrento. Il resto della storia è oramai nota: promozione, salvezza e grande salto. 

Infine, l'ultima analogia, che farà sicuramente piacere a Castori e soprattutto ai tifosi del Carpi: lo scorso anno Sarri balbettò nelle prime gare, conquistando soltanto applausi ma pochi punti (2 in 4 partite), prima di spiccare il volo dalla sesta in casa contro il Palermo (3-0). La pazienza è la virtù dei forti e se una società è disposta ad investire su un tecnico e su un maestro di calcio, i risultati, spesso, sono la conseguenza della lungimiranza. Al Carpi dimostrare tale assunto. Chissà che la storia non possa ripetersi, e che dopo le difficoltà dell'inizio (1 punto in 4 gare), nonostante un buon calcio ed anche propositivo, a Maggio parleremo di una nuova favola del calcio italiano. 

Sarri contro Castori: quando la provincia e la gavetta scrivono la storia!