Da brutto anatroccolo a cigno, da ranocchio a principe; potrebbe essere descritta così la metamorfosi che ha visto trasformarsi la Juventus nel giro di 3 giorni. Quella riapprezzata ieri sera, è sembrata essere quella Juve che tra Aprile e Maggio ha fatto vedere i sorci verdi prima al Borussia e poi al Real.
I bianconeri sotto causa un autogol viziato da intervento altrui, (Kompany affossa Chiellini che, non potendosi muovere, spinge la palla nella propria porta) trovano la forza di rialzarsi, pareggiare e addirittura nel finale portarsi a casa una vittoria che i più non si aspettavano neanche lontanamente. Un vittoria frutto di un’intuizione tattica di Allegri, che per lo meno ieri, ha dimostrato di saper fare di testa tua, senza antiche rimembranze di stampo contiano. 4-4-2 scolastico per difendere la porta di San Gigi (da ieri diventato ufficialmente santo) e 4-3-3 in fase offensiva con Cuadrado a destra e Morata a sinistra che hanno dato un notevole aiuto in fase difensiva. In più un centrocampo ordinato e compatto (Sturaro ha un po’ deluso) che ha aiutato i quattro là dietro, ma ha anche dato il via alle azioni più importanti; 21 i palloni recuperati dai tre lì in mezzo. Insomma tanta sostanza ma anche tanta qualità, vedasi lancio al bacio di Pogba per l’1-1 targato Mandzukic. Dicevamo di Sturaro, il ragazzo è giovane e probabilmente ha sofferto un po’ di pressione e inesperienza, come si è visto al secondo minuto quando perde un pallone che manda in porta Sterling poi fermato magistralmente da Buffon. Ma in una notte come quella di ieri è inutile recriminare, il ragazzo ha bisogno di tempo e di continuità, le doti sono indiscutibili (per info vedi Juventus – Real Madrid della scorsa stagione).
La Juventus ieri sera ha vestito i panni di una squadra di stampo europeo, con un modulo che permette al meglio di sfruttare le capacità offensive di Cuadrado, ma anche l’abilità tecnica di Hernanes, che piazzato davanti la difesa ha dato risposte incoraggianti. Non solo piede ma anche tanta corsa e determinazione, come dimostrano gli 11 palloni recuperati. Inoltre Pogba da mezzala è stato più libero di interpretare il ruolo a modo suo, genio e sregolatezza, riesce ad inventare delle giocate pazzesche (lancio di 25 metri per Mandzukic) e poi si perde in un bicchiere d’acqua perché vuole strafare. Il francese deve imparare ad essere più incisivo e a specchiarsi di meno, la rinascita dei bianconeri dipende anche da lui.
Passiamo ora ai due là davanti, li hanno già ribattezzati Mo – Ma (conosciutissimo museo d’arte moderna di New York). Morata – Mandzukic, il primo corre, aiuta la difesa, dà l’anima per poi essere ripagato con un gol che difficilmente scorderemo. Il secondo è il prototipo di punta centrale che serviva alla Juve, fa salire la squadra, lotta, le prende e le dà, ma soprattutto una presenza costante in area. Il suo gol è un inno al bomberismo (scusate il neologismo): si stacca da Mangala, fa un passo in avanti e poi si butta in spaccata toccando appena la palla; poteva prenderla solo così, l’avesse presa piena sarebbe uscita. Il gol dello spagnolo invece è un mix di potenza, tecnica e coordinazione. Palla lunga di Bonucci, rimpallo sulla schiena di Kolarov, Morata è lì, allunga il passo, si coordina e lascia partire un sinistro a giro (lui destro naturale) che bacia la parte interna del palo e non lascia scampo ad Hart. Poi tutti in scivolata sotto lo spicchio dei tifosi bianconeri.
Vittoria fondamentale per la squadra di Allegri che, davanti ad una delle compagini più in forma del calcio europeo, non sfigura, anzi fa sfigurare. Il City è parso slegato, disunito e soprattutto basato sulle giocate dei singoli e non del collettivo. Non basta l’assenza di Aguero per giustificare i citizens, ma soprattutto per giustificare Pellegrini. Il cileno infatti lascia inspiegabilmente in panchina anche il belga De Bruyne pagato ben 70 milioni preferendogli Nasri, un vero e proprio ectoplasma in campo. Aggiungici poi i miracoli di Buffon (Sterling e Silva non avranno dormito stanotte) e la frittata è fatta. I citizens in campionato viaggiano ad un ritmo impressionante, in coppa invece ormai da anni (dal 1972) non superano i quarti, dimostrando un’anima non proprio “copetera”, diversamente dai cugini in rosso.
La Juventus sembra essere tornata, ma come hanno detto sia Buffon che Allegri, questo deve essere solo un piccolo mattoncino, i bianconeri devo continuare su questa strada, che non sarà sempre in discesa, anzi molte volte si rivelerà in salita e molto tortuosa. Ma la Juve ha il mezzo giusto per arrivare fino alla fine e guardare tutti dall’alto.