Luca Toni è animale raro, quasi unico. Un ariete vecchio stampo: forte fisicamente, roccioso, arcigno. Un senso del gol innato: destro, sinistro, di testa. Rapace come pochi. Una carriera straordinaria, che alla veneranda età di 38 anni, il centravanti di Pavullo nel Frignano continua a spendere sui campi del massimo campionato di calcio del nostro territorio. Sembrava ieri quando si affacciava alla Serie A con le maglie di Vicenza e Brescia. Sembrava ieri quando, nel 2006, da protagonista, alzò la Coppa del Mondo in Germania. 

"Essere un attaccante è una gran fortuna. Non becchi palla per 90 minuti, poi segni e risulti il migliore in campo. Per il portiere se fa un errore grave non c’è un paracadute di questo tipo. Ripetersi sarà molto difficile ma io i miei goal li ho sempre fatti e sono pronto per questa nuova sfida. Smetterò quando ne farò 3 a stagione e non sarò più competitivo". 

La stagione 2015/2016 è alle porte ed il padrone di casa, forte dello scettro dei capocannonieri della scorsa stagione, aprirà al nuovo campionato come un uomo di casa fa quando fa entrare gli ospiti. Al Bentegodi si alza il sipario: il Verona ospita la Roma, una delle tante ex squadre della carriera di Luca. 300 e più gol in carriera appena superati, con la voglia di segnarne sempre uno in più. Questo è Luca Toni, che alla Gazzetta dello Sport ha parlato del suo campionato, ma anche di quello dei diretti divali per la corsa al trono dei marcatori. 

"Sono felice perché in Italia sono arrivati tanti campioni. Dei nuovi stranieri metto Dzeko davanti a tutti: arriverà almeno a 20 goal. È forte, grosso, veloce, attacca gli spazi e segna tanto. Un affarone per la Roma. Bacca è un campione. In Italia c’è un calcio molto tattico e il centravanti boa è praticamente indispensabile. Il falso nueve lo può utilizzare il Barcellona, quando hai un mostro come Messi che tanto falso nueve non è. Mandzukic l'ho scoperto nella finale di Champions Bayern-Borussia. Mai visto un attaccante centrale correre così tanto, È adatto alla A ed è “ignorante” al punto giusto. L’attaccante deve essere cattivo, ignorante nel senso di incosciente. Mandzukic ha tutto del 9. Tevez era un fuoriclasse, un leader, ed è un vero peccato per la Juve e la Serie A che sia andato via. I due sono molto diversi però Mandzukic segnerà tanto".

C'è sicuramente chi viene, che stato ovviamente chi è andato, ma anche chi è ancora lì, fermo ai nastri di partenza del nuovo campionato per battagliare con lui: "Icardi ha il goal nella testa, ha fame, è migliorato, ha la rabbia giusta per arrivare in alto e diventerà il più forte. Higuain lo considero il più forte attaccante attualmente in Italia. Lo scorso anno il turnover lo ha penalizzato, devo ringraziare anche Benitez se l’ho battuto. Se avesse giocato tutte le partite avrebbe vinto lui senza problemi. Il mio podio? Higuain su tutti, poi metto Dzeko e Icardi. Ma dovranno vedersela con me...". 

Tra i tanti nomi fatti, però, spicca una particolare predominanza di nomi esclusivamente stranieri. Toni parla anche delle nuove leve made in Italy, analizzando così la situazione nello Stivale: "In questo momento non c’è tantissimo in giro e la Nazionale ne risente, Conte avrebbe bisogno di almeno un paio di ragazzi con le mie caratteristiche. Destro è un buon giocatore ma i miei preferiti sono due che in fondo non sono dei 9 veri: Gabbiadini ha classe e tecnica, e poi Bernardeschi che è un 9 e mezzo. Balotelli? Non lo conosco come persona, è un fenomeno ma il calcio a certi livelli richiede dedizione completa". 

Sul campionato che sta per partire, Toni esprime il suo parere: "La Roma si è rinforzata tantissimo, ha investito. Mi piace anche l’Inter: al precampionato credo poco, le sconfitte non contano. Ma vedo la Juventus ancora prima: in difesa ha qualcosa in più. La sorpresa vorrei fosse il Verona. Mi piace il Torino, ha fatto acquisti azzeccati". 

Infine, la stilettata ad un ex allenatore con il quale il rapporto non è mai stato idilliaco: "Una settimana fa ha citato me e Stoichkov come esempi di giocatori che parlano male di lui. Al Bayern non aveva feeling con me ma ha sempre problemi con i giocatori importanti, chiedete a Klose e Ribery cosa pensavano di lui".