In tanti la stavano già dando per decaduta. O quanto meno, fortemente ridimensionata. E invece, la Juventus di Max Allegri ci ha messo appena novanta minuti, nel campo disastrato di Shanghai, a mettere a tacere chi aveva cantato vittoria troppo presto. 2-0 secco sulla Lazio, a dire il vero piuttosto modesta, esprimendo un gioco non spettacolare ma decisamente cinico.

La nuova Juve che sta nascendo da questo mercato estivo, e che, prima di ieri, non aveva assolutamente convinto nelle uscite amichevoli, sta provando a formare quel progetto di sviluppo sul modello europeo che non era riuscito al Milan, né tanto meno all'Inter, dopo i gloriosi anni della Champions League. Certo, vero è che un "quasi" triplete non è un triplete, ma la squadra di Allegri sta facendo il lavoro necessario per giungere a breve-medio termine in un posto fisso tra le prime d'Europa. La formazione schierata dal tecnico livornese in Supercoppa era un rodatissimo 3-5-2, nel quale all'organico fisso (che riguarda soprattutto la difesa, Marchisio e capitan Buffon), si sono aggiunti i nuovi innesti, con un occhio di riguardo ai giovani under 25, vera e propria arma in più del progetto bianconero.

Così, a centrocampo Stefano Sturaro, ligure classe 1993, si sta ritagliando sempre più un posto da pedina fondamentale nello scacchiere di Allegri. Ha classe da vendere, e personalità molto matura per la sua età: ieri, dai suoi piedi è arrivato l'assist per Mario Mandzukic sul gol dell'1-0. Ancora, Roberto Pereyra, 1991, ieri solo scampoli di partita per lui, ha già dimostrato che farà di tutto per non far rimpiangere la partenza di Vidal. In attacco, Coman, 1996, è ancora un po' acerbo ma dalla classe indiscussa, mentre Dybala, 1993, autore del fantastico gol del raddoppio, ha fatto subito sognare anche quegli scettici che hanno storto il naso di fronte al suo acquisto milionario. In panchina, pronti a dire la loro, il difensore Rugani, 1994, e la punta Zaza, 1991. Ovviamente, merita due righe in più quello che a tutt'oggi è il migliore "acquisto" dell'estate: Paul Pogba, 1993, investito della maglia numero 10, per il quale è stata rifiutata un'offerta di 80 milioni. Indiscusso mattatore del centrocampo offensivo, dai suoi piedi sono nate tutte le occasioni da gol della Juve. Una su tutte, la pregevole giocata che ha condotto al 2-0 di Dybala.

Insieme a loro, la difesa ormai collaudatissima sembra in grado di offrire le dovute garanzie di sempre, anche con Caceres al posto di Chiellini, mentre le fasce Lichtsteiner ed Evra spingono ancora come ai tempi migliori. Sul fronte offensivo, con Mandzukic la Juventus di Allegri potrebbe aver trovato finalmente quella punta con tanto fiuto del gol e presenza rocciosa in area di rigore. Il suo stacco di testa, per l'1-0, è qualcosa di nuovo a cui Llorente aveva un po' disabituato tutti.

Ovviamente, non solo lati positivi per la Juve che si è imposta ieri in Supercoppa. In particolare, quello su cui Allegri dovrà particolarmente lavorare è il gioco dei primi quarantacinque minuti: troppo smorto e privo di idee, con gli attaccanti completamente isolati davanti a ricevere (rari) palloni ingiocabili. La manovra è sembrata un po' macchinosa e, almeno prima dell'ingresso di Dybala, troppo dipendente da Pogba. Il mercato promette il grande trequartista, oltre ad un bel terzino di spinta. A quanto visto ieri, potrebbe essere utile l'arrivo di un giocatore veloce ed agile che sappia lavorare da collante tra attacco e difesa, come lo era Vidal, e sia in grado di servire le punte ma anche di conquistarsi i propri spazi. I tifosi vedono il profilo ideale in Gotze: ma qui, attualmente, siamo nel campo delle ipotesi.