Dopo l’esaltante stagione 2013/14, quella del ritorno in Serie A conclusa al decimo posto ma che ha visto per larghi tratti del campionato l’Hellas Verona rivaleggiare con le “big” per un posto importante in Europa, era normale aspettarsi un’annata di transizione viste le partenze di Jorginho, Rômulo e Iturbe, principali artefici assieme ovviamente all’intramontabile Luca Toni (38 primavere sulle spalle) della cavalcata dei Mastini. E proprio su Toni, diventato ufficialmente capitano con la partenza di Mimmo Maietta, puntavano tutti gli sguardi di tifosi e appassionati in generale alla partenza della scorsa stagione: “riuscirà senza un cast eccezionale a salvare da solo il Verona?”.

Gli arrivi infatti di Tachtsidis, Christodoulopoulos e Jankovic non convincono appieno, gli innesti di Rafael Marquez e Saviola sembrano più che altro una trovata di marketing (anche se il messicano colleziona 26 presenze) ed ad aiutare la causa gialloblu nella prima parte di stagione sono soprattutto la rivelazione Ionita (fermato poi da un brutto infortunio) e Lopez (che segna 5 gol senza però mai affermarsi come titolare, a beneficio dell’equilibrio tattico che un giocatore super offensivo come El Conejo non può garantire schierato come ala del tridente). I detrattori si sfregano le mani al “misero” bottino di 6 reti conquistato da Toni nel girone di andata, l’Hellas è nei guai e continuare su di un andamento del genere potrebbe significare retrocessione.

Quasi consapevole di queste voci Super Luca assesta la mira e coadiuvato dai veterani Hallfredsson e Juanito Gomez riesce ad insaccare ben 16 reti nella seconda metà della stagione garantendo alla squadra una meritata salvezza e aggiudicandosi il titolo di capocannoniere (a pari merito con Icardi), il più anziano della storia.

L’ALLENATORE

Andrea Mandorlini è oramai alla guida del Verona dal Novembre 2010, con lui gli scaligeri hanno ottenuto due promozioni: dalla Lega Pro alla Serie B al primo anno e dalla Cadetteria alla Serie A nel 2012/13 (dopo averla sfiorata la stagione precedente attraverso i playoff). Inoltre durante la sua gestione l’Hellas ha raggiunto per ben 3 volte su 4 gli ottavi di Coppa Italia. L’ex giocatore dell’Inter ha trovato la sua dimensione a Verona, dopo aver girovagato tra gli esoneri in buona parte dell’Italia e la breve avventura in Romania (dove ha comunque vinto titolo, Coppa e Supercoppa con il Cluj), proponendo un 4-3-3 dove gli esterni devono partecipare attivamente alla fase difensiva (ricorderete sicuramente fino a dove tornava a coprire Iturbe per seguire il terzino avversario), le mezz’ali hanno il dovere di inserirsi (Rômulo, Hallfredsson, Ionita e Sala per citare qualcuno passato di là) ed il mediano deve necessariamente saper dare del tu al pallone (Jorginho prima, Tachtsidis dopo e Viviani prossimamente).

LA SQUADRA

Con l’arrivo di Pazzini l’allenatore sarà sicuramente costretto a cambiare parzialmente il suo credo tattico ma questi sono problemi che ogni allenatore vorrebbe avere. Sicuramente il tridente diventerebbe poco agibile con la presenza sia di Toni che del Pazzo (vecchia conoscenza di Mandorlini ai tempi dell’Atalanta), una coppia che a Firenze fece abbastanza bene, e visto il naufragio dell’esperimento Saviola lo scorso anno. Come visto dalle prime amichevoli il Verona si schiererà quindi con un 4-3-1-2 ed il ruolo di trequartista sarà riservato a Juanito Gomez (o all’occorrenza a Jankovic), l’idea sarebbe di proporre un numero dieci atipico che parta dalla fascia mancina per accentrarsi con il piede forte. L’attacco è stato inoltre rinforzato con l’arrivo del polivalente Siligardi (seconda punta o ala) ed è completato dal giovane Primavera Mohamed Fares, un classe 96 che farà parlare di se.

A centrocampo spazio al nuovo arrivato Viviani, a cui verranno affidate le chiavi della mediana e chiamato al salto di qualità, ed al sempreverde Hallfredsson, il terzo posto disponibile dovrebbe essere per uno tra Rômulo o Sala se dovvessero restare. Il secondo è molto richiesto (soprattutto dal Napoli) ma Mandorlini vorrebbe a tutti i costi tenerlo, l’italo-brasiliano invece pone qualche problema da un punto di vista dell’ingaggio: se qualche squadra presenterà l’offerta giusta non verrà fermata, altrimenti bisognerà lavorare ad un taglio di stipendio. L’Hellas è comunque sicuro di poter recuperare il giocatore, finito ai margini dopo una stagione disastrosa in maglia Juventus. Il reparto, orfano di Obbadi e Tachtsidis pedine fondamentali la scorsa stagione, presenta anche Greco, Ionita e Zaccagni, che dopo il prestito al Venezia torna alla casa madre per giocarsi le sue chances (Setti punta molto su lui e Fares) e prende numericamente il posto di Valoti ceduto in prestito al Pescara. Le situazioni di Laner e Christodoulopoulos appaiono ad oggi piuttosto precarie, entrambi sarebbero sul piede di partenza.

Capitolo difesa, il più dolente viste le 133 reti subite in due campionati di Serie A, presenta ancora dei rebus. Tra i pali sicuramente Rafael (a 36 partite dall’essere il recordman assoluto di presenze con la maglia gialloblu), ma dietro di lui cresce bene Gollini che diventa ufficialmente il numero 12 dopo la partenza di Benussi. I centrali saranno, almeno in partenza, ancora Moras e Marquez ma il rientrante Bianchetti ed il neo-acquisto Helander rappresentano l’opzione giovane, il ricambio generazionale già sotto mano. La batteria dev’essere ancora completata, al momento presenta il giovane Boni ma il quasi omonimo Bonera è l’obbiettivo principale. I terzini sono in qualche modo il punto debole della squadra di Mandorlini ed è per questo che in caso di permanenza di Rômulo, Sala potrebbe vedersi affidata la fascia destra. Sopravvissuto alla scorsa stagione solo Eros Pisano (partiti Martic, Agostini e Brivio) che può giocare su entrambe le fasce, con lui i nuovi arrivati Souprayen (onesto mestierante di Ligue 2), Albertazzi (prima opzione per la fascia sinistra dopo le belle cose dimostrate due stagioni fa) e Winck (funambolico brasiliano, molto giovane ma molto incognita).

ASPETTATIVE

Sicuramente il primo e principale traguardo per l’Hellas Verona è una salvezza tranquilla, veleggiando nella parte alta della colonna destra di classifica. Certo che l’arrivo di Pazzini ha portato non poco entusiasmo nell’ambiente ed una squadra costruita attorno a lui e Toni, con gli ipotetici apporti di un rinato Rômulo, un confermato Sala e un Viviani esploso potrebbe portare qualcosa di più. La squadra potrebbe essere già al completo così ma con qualche innesto mirato sognare non sarebbe un crimine.