Quando all'Estadio Nacional, durante la finale di Copa América tra Argentina e Cile, Gonzalo Higuain ha preso in mano il pallone per calciare il proprio rigore nella serie decisiva, in molti hanno capito con diversi secondi d'anticipo quale sarebbe stato l'epilogo.

Gonzalo Higuain è un centravanti mobile, un bomber di razza, maestro nei movimenti offensivi e dalle statistiche invidiabili, ma da un anno a questa parte sta vivendo un vero e proprio psicodramma, che lo blocca o lo forza a sbagliare nei momenti decisivi. A Brasile 2014 ha disputato una discreta coppa, eliminando con un gol decisivo il Belgio, ma in finale contro la Germania ha ciabattato l'occasione da gol più nitida, che ancora oggi infesta gli incubi di molti argentini. La stagione in campionato con il Napoli è stata altrettanto buona: nonostante un inizio a rilento, il Pipita ha saputo ingranare, portando tantissime reti alla causa partenopea. Tutto perfetto, tranne che per l'epilogo: rigore fallito nell'ultima di campionato contro la Lazio, la gara che avrebbe potuto portare gli azzurri in Champions. Infine, il cerchio si è chiuso nella notte tra il 4 e il 5 luglio, con la seconda finale consecutiva persa dall'Argentina, passata per i piedi del Pipita, ancora una volta vittima della situazione.

Oltre al fatto che Higuain non è un rigorista infallibile, da questo anno nefasto possiamo evincere che il ragazzo ha una forte incapacità di essere decisivo nei momenti che contano. Non è una questione di qualità, perchè nel lungo periodo avere Gonzalo in squadra è un fattore di grande incidenza, e i suoi numeri lo testimoniano, ma il problema è caratteriale: più volte capita di assistere a un Pipita nervoso, che tende ad escludersi dalla manovra dopo qualche palla gol sbagliata, eventualità frequente per ogni centravanti di una squadra propositiva. Inoltre, quando è necessario raccogliere i frutti di un grande lavoro, Higuain si fa trovare assente. Per risolvere il problema sul lungo termine, l'attaccante avrebbe bisogno di un po' di fortuna, un'occasione che possa interrompere la sua sterilità nei momenti decisivi, che gli permetterebbe di passare oltre definitivamente. Per ripartire dopo l'ultimo duro colpo, gli unici ingredienti sono la fiducia dell'allenatore, della piazza e la forza mentale di giocare con la testa libera, il che è il passo più difficile per un giocatore con il carattere del Pipita. Recuperarlo è una priorità per il Napoli. Salvate il soldato Gonzalo.