Da "Salah quel che Salah" a "Salah per un'altra volta". Si potrebbe sintetizzare con questo gioco di parole il tormentone estivo riguardante il calciatore egiziano che ha catalizzato l'attenzione della città e dei media fiorentini dopo la vicenda Montella e l'insediamento del nuovo allenatore, Paulo Sousa. Ma proviamo a partire dall'inizio e a fare chiarezza.
Intanto c'è da dire che alla proprietà viola le telenovelas stile Beautiful devono piacere molto, visto che ogni trattativa di mercato di un certo livello finisce per somigliare in modo quasi inquietante alla trama di una delle migliaia di puntate della celebre soap opera americana. Prima l'ex allenatore gigliato che si comporta come la fidanzata che visualizza su WhatsApp ma non risponde e i Della Valle nella parte del fidanzato geloso e sospettoso che chiede: "Perchè non rispondi? Eppure lo so che hai visualizzato, è venuta la doppia spunta blu". Il finale appare quasi scontato, con la lei (o, in questo caso il Montella) di turno che spegne il telefono rendendosi definitivamente irraggiungibile, scatenando così le ire del patron che, per evitare un "Prandelli bis", decide di esonerare il tecnico per puntare su un successore che ancora concretamente non esiste.
Da lì il ballottaggio tra i vari Donadoni, Maran, Ventura, Mazzarri e Paulo Sousa che ha visto vincitore quest'ultimo. Quantomeno curioso, però, il fatto che l'allenatore partenopeo sia stato liquidato senza neanche un "grazie" (sinonimo di educazione, signorilità e maturità societaria) poichè "ambiguo e poco chiaro" come dichiarato nel comunicato stampa riguardante l'esonero e al suo posto sia stato preso un tecnico che, per arrivare subito a Firenze, ha stracciato un anno di contratto con il Basilea, club a cui era legato fino al 2017. Lecito chiedersi come Diego Della Valle avrebbe definito il suo allenatore se fosse stato il presidente della società svizzera.
Infine la questione riguardante Salah è molto semplice e si può facilmente riferire a ciascuno di noi. Difatti se lavoro in un'azienda ed ho il presentimento che l'anno successivo sarà più difficile di quello passato e forse, ci saranno anche dei cambiamenti relativi al personale, cosa faccio? Mi guardo intorno e cerco un'alternativa. Questo è quello che hanno fatto il "motorino" egiziano ed il suo entourage. Ovviamente viste le prestazioni in maglia viola le alternative non sono mancate e a nulla è valsa l'offerta di adeguamento di stipendio da parte della società viola.
Facile adesso addossare tutte le colpe all'ormai ex calciatore della Fiorentina ma è fondamentale ricordarsi che i calciatori sono professionisti e non tifosi e pochi di loro, purtroppo, si affezionano alla maglia e ai colori che indossano. Ma come ha detto un mio caro amico: "Dispiace perdere un giocatore che in Serie A è in grado di fare la differenza ma dopo aver visto Batistuta vestire una maglia diversa da quella viola, Toldo coprirsi il viso in lacrime con la maglia sotto la Fiesole mentre salutava con la manona e Rui Costa dare l'addio con un viso che si ha come quando purtroppo si perde qualcuno a noi caro beh, direi che possiamo andare avanti".