Vincere per sognare, giocando a testa alta e con la consapevolezza di poter arrivare in alto: la Juventus affronta il Real Madrid nelle semifinali di Champions League, con le giuste motivazioni per provare a raggiungere un obiettivo di straordinaria importanza come la finale di Berlino del 6 giugno. Un doppio incontro che promette spettacolo per tutti i 180 minuti della sfida, vista la caratura delle squadre in campo e il livello di gioco, per tornare a contendersi la coppa dalle grandi orecchie che manca dal 1996 in casa Juve.
Massimiliano Allegri in conferenza stampa è rimasto molto possibilista sul passaggio del turno, specificando che a questo punto della competizione i valori reali diventano relativi: "Non ci sono favoriti, loro essendo campioni in carica possono avere qualcosa in più, dobbiamo essere consapevoli di quanto abbiam fatto fino ad ora e abbiamo di fronte una gran possibilità. Si parla di una semifinale di Champions, le squadre sono di altissimo livello. Bisogna cercare di fare una partita non perfetta, perchè non se ne possono fare, ma bisogna fare grandi cose in entrambe le fasi. Credo poco in un doppio 0-0, bisognerà soprattutto fare bene in fase offensiva".
Una sfida tutta italiana quella tra lui e Ancelotti, mentre dall'altra parte ci sarà un derby spagnolo, anzi, catalano tra Guardiola ed Enrique. Tra connazionali c'è sempre stima reciproca: "Carlo è molto bravo oltre che furbo, e lo dimostrano i risultati che ha conseguito. Lo stimo come persona e per i risultati, ha vinto ovunque, ha delle qualità importanti". Due assenze di lusso nei due centrocampi, giocatori in grado di fare la differenza per le rispettive compagini: "Sarebbe stato meglio se Pogba e Modric fossero stati in campo, speriamo di avere noi Paul per la partita di ritorno". Non poteva mancare l'ironia nella risposta sulla difesa: a tre o a quattro? "Giocheremo a quattro dietro. E in matematica sono passato...".
Arrivato a inizio stagione tra i dubbi e le perplessità, per non parlare addirittura di premature ed aspre critiche, oggi Allegri ha condotto la squadra a giocare una partita di un prestigio elevatissimo, che mancava dal 2002: "Rivalse verso chi non credeva in me non ne ho, contano i risultati. A inizio stagione si possono dire tante cose quindi è giusto che vengano dette, il calcio è talmente opinabile che vale quasi tutto. Quel che ho fatto alla Juventus e non solo sono risultati discretamente buoni e ne vado fiero, grazie alle società per cui ho allenato e per i ragazzi con cui ho lavorato".
A fianco del suo allenatore c'era anche Carlos Tevez, autentico leader e trascinatore di una squadra in costante crescita, arrivato a Torino due anni fa: la sua strada sta andando oltre le sue stesse aspettative. "Non mi aspettavo una semifinale - ha detto l'Apache - ma mi aspettavo di vincere in campionato lottando il più possibile per la Champions. Quando la Juve mi ha cercato mi ha chiesto un lavoro importante, hanno dimostrato serietà e voglia di provare a vincerla". Sicuramente l'ambiente di lavoro che ha trovato gli ha giovato: "Qui ho ritrovato la fiducia che mi hanno dato la dirigenza, poi il mister e anche i miei compagni, questo mi ha fatto sentire importante nel gruppo. Questo significa che bisogna dare un po' più di quel che si ha, per questo mi sento meglio e molto felice".
Ora però testa alla partita contro il Real: "Sarà una semifinale difficile, credo sia aperta. Le due partite saranno molto combattute e aperte, il migliore passerà. Non credo ci siano favoriti, chi sbaglierà meno vincerà. Il segreto della Juve è essere un gruppo, un gruppo di giocatori che rispetta la storia e la maglia di questa società, lo abbiam dimostrato vincendo il campionato, conquistando la semifinale di Champions League e la finale di Coppa Italia".
Tevez, Vidal e Morata sono probabilmente i tre osservati speciali della partita, per motivi diversi. Sicuramente a Carlitos e compagni non manca la fiducia: "Arturo sta molto bene, nelle ultime partite ha fatto anche gol e ha ritrovato la fiducia in se stesso. Magari possiamo fare noi due la differenza domani. Morata è cresciuto moltissimo negli ultimi 4-5 mesi, ha guadagnato fiducia e penso che sia pronto per giocare questa partita, non la sentirà a livello emozionale". Dall'altra parte l'Apache troverà uno con cui la Champions l'ha vinta: "Non ho sentito Cristiano Ronaldo, ma è una semifinale di Champions League. Parlerò con lui in spogliatoio, ma poi sarà un rivale. Abbiam vinto molto insieme, ma saremo in due squadre diverse".
Una battua immancabile anche sul suo futuro, nel giorno dopo in cui si sono affrontate Boca e River nel derby, con vittoria per 2-0 degli Xeneizes: "Come tifoso del Boca sul River sono contento, ho festeggiato sia per il campionato sia per la Juve che per il Boca. Non voglio comunque parlare del mio futuro ora".